La decolonizzazione dei musei è fenomeno che, pur fra le molte incertezze che ne hanno caratterizzato i ritardi e le contraddizioni, ha contrassegnato di fatto l’intero dibattito museologico degli ultimi decenni ed è intrinsecamente collegata alle istanze più innovative dei museum studies dal museo partecipativo, al museo attivista o al queering museum. Nessuno ormai mette in discussione la necessità di decolonizzare il museo in senso generale come testimone e strumento della politica coloniale, ma questo processo viene circoscritto a quelle istituzioni che trovano la loro origine nelle vicende coloniali delle grandi potenze europee mentre si considera il patrimonio museale italiano come il frutto di una storia sostanzialmente diversa e quindi solo tangenzialmente coinvolto dalle epistemologie decoloniali. È davvero così? Cosa possiamo imparare dalle esperienze europee ed internazionali? Nonostante le molte resistenze e ritardi la decolonizzazione rappresenta, come è sempre più chiaro, uno dei pochi processi in grado di riconnettere i nostri musei alle istanze della contemporaneità, alle sue pressanti e ineludibili richieste di giustizia sociale e ambientale. Un’occasione straordinaria per ripensare il ruolo del museo nel mondo globale.
Nell’ambito di Vedere con gli occhi della mente | Traiettorie di sguardi 2024
Il seminario è gratuito e aperto a tutt*
Maria Pia Guermandi
Archeologa classica, consulente scientifico progetti UE sulle politiche culturali. Membro nel CdA della Pinacoteca Nazionale di Bologna. Consulente di Rai Cultura, dal 2020 cura, assieme a Tomaso Montanari, la collana Antipatrimonio per Castelvecchi. Membro dell’Association of Critical Heritage Studies e autrice di oltre un centinaio di pubblicazioni, i suoi interessi di ricerca sono attualmente rivolti ai temi della decolonialità applicata ad un nuovo concetto di patrimonio culturale e al rinnovamento della museologia in Italia ed Europa (nel 2021 ha pubblicato la monografia Decolonizzare il patrimonio. L’Europa, l’Italia e un passato che non passa). In tale ambito è docente presso l’Università Cattolica di Milano e in seminari e workshop presso università, musei e istituti di ricerca. Attivista sui tema della gestione e dell’accessibilità del patrimonio culturale e del paesaggio, è coordinatrice di Emergenza Cultura. Si occupa da anni dell’opera di Andrea Emiliani, quale innovatore delle politiche sul patrimonio, e Antonio Cederna (di cui ha curato la riedizione de La distruzione della natura in Italia, Castelvecchi 2023).