Presentazione dei libri Sempre in barba al buonsenso di Carlo Massimino e Figli vostri di Lorenzo Rossi (Agenzia X, per la collana Fulmicotone).
In dialogo gli autori, ne parlano Silvia Gola (editor e ghostwriter freelance)
e Luca Gringeri (editor freelance).
Sempre in barba al buonsenso (Agenzia X, 2024)
Noncurante del “buonsenso”, Massimino segna il suo esordio su carta dopo alcune valide prove di narrativa pubblicate online. Questi racconti, ambientati in una Milano sospesa e in un’epoca indefinibile a cavallo del duemila, vedono un’umanità variopinta e imprevedibile alle prese con le proprie sventure.
Una strana carovana popolata da punx indebitati fi no al collo, diretti dove termina l’arcobaleno, genie di picchiatori da competizione avvinti dalla vita adulta e dai bar, ladri rubacuori prossimi all’exploit finale, disperati erotici al guinzaglio per capriccio o fedeltà. L’autore è come se girasse in acido sulla circonvallazione del filobus 90 prendendo appunti, trasportando i personaggi al limite dell’improbabile, in una città in cui si avvistano sublimità e abiezioni come manifestazioni massime dell’esistenza. Faro estetico di queste storie è quello di un “perduto” senza veli di malinconia o tristezza, dove si aprono radure che proseguono infinitamente, dopo le periferie. Su questo fondale, la lingua e l’affabulazione di Massimino non temono confronti, tinte dall’esuberanza, un filtro che restituisce a tinte fulgide e sgargianti una realtà tetra. La città è ancora la nostra, quei volti li riconosciamo: popolano l’epica minuta di ogni età, la loro musa è quella miserabile o pazzesca che presiede a una vita difficile ma verissima.
Noncurante del “buonsenso”, Massimino segna il suo esordio su carta dopo alcune valide prove di narrativa pubblicate online. Questi racconti, ambientati in una Milano sospesa e in un’epoca indefinibile a cavallo del duemila, vedono un’umanità variopinta e imprevedibile alle prese con le proprie sventure.
Una strana carovana popolata da punx indebitati fi no al collo, diretti dove termina l’arcobaleno, genie di picchiatori da competizione avvinti dalla vita adulta e dai bar, ladri rubacuori prossimi all’exploit finale, disperati erotici al guinzaglio per capriccio o fedeltà. L’autore è come se girasse in acido sulla circonvallazione del filobus 90 prendendo appunti, trasportando i personaggi al limite dell’improbabile, in una città in cui si avvistano sublimità e abiezioni come manifestazioni massime dell’esistenza. Faro estetico di queste storie è quello di un “perduto” senza veli di malinconia o tristezza, dove si aprono radure che proseguono infinitamente, dopo le periferie. Su questo fondale, la lingua e l’affabulazione di Massimino non temono confronti, tinte dall’esuberanza, un filtro che restituisce a tinte fulgide e sgargianti una realtà tetra. La città è ancora la nostra, quei volti li riconosciamo: popolano l’epica minuta di ogni età, la loro musa è quella miserabile o pazzesca che presiede a una vita difficile ma verissima.
Figli vostri (Agenzia X, 2024)
Italia, oggi. Nella precarietà di una smart city non meglio specificata si assiste a una serie di attentati al limite del possibile, che colpiscono banche, fast food, centri commerciali e altre cattedrali del capitalismo. Dietro a queste azioni clamorose ci sono ragazzi della working class, degli “insospettabili” che si mischiano a tutte le altre persone infelici e stremate dalla prigione bestiale della quotidianità. Il protagonista, un ragazzo con i sensi intorpiditi che si trascina ogni mattina fino alla redazione di un quotidiano minore, incontra Anna – in fuga con le buste della spesa rubata – che gli ricorda di essere vivo, mentre Franco diluisce LSD ai distributori automatici del caffè, Bianco torna dal turno di notte di fronte a un frigo quasi vuoto, Rita tiene un fiammifero acceso stretto tra indice e pollice, come stringesse la città intera tra due polpastrelli. Questa è la storia di persone comuni, persone che non sanno chiamare per nome la propria vita ma se la ritrovano affibbiata. Persone come tante ma più sole e incazzate per una realtà che odiano ma, come per una spinta violenta e incontrovertibile, continuano ad abitare. In queste pagine la rabbia cola come un liquido viscoso e infiammabile, i fatti si susseguono come crepe da un foro fino alla rottura. Qual è la reazione chimica che si ottiene mescolando quella rabbia e questo mondo?
Italia, oggi. Nella precarietà di una smart city non meglio specificata si assiste a una serie di attentati al limite del possibile, che colpiscono banche, fast food, centri commerciali e altre cattedrali del capitalismo. Dietro a queste azioni clamorose ci sono ragazzi della working class, degli “insospettabili” che si mischiano a tutte le altre persone infelici e stremate dalla prigione bestiale della quotidianità. Il protagonista, un ragazzo con i sensi intorpiditi che si trascina ogni mattina fino alla redazione di un quotidiano minore, incontra Anna – in fuga con le buste della spesa rubata – che gli ricorda di essere vivo, mentre Franco diluisce LSD ai distributori automatici del caffè, Bianco torna dal turno di notte di fronte a un frigo quasi vuoto, Rita tiene un fiammifero acceso stretto tra indice e pollice, come stringesse la città intera tra due polpastrelli. Questa è la storia di persone comuni, persone che non sanno chiamare per nome la propria vita ma se la ritrovano affibbiata. Persone come tante ma più sole e incazzate per una realtà che odiano ma, come per una spinta violenta e incontrovertibile, continuano ad abitare. In queste pagine la rabbia cola come un liquido viscoso e infiammabile, i fatti si susseguono come crepe da un foro fino alla rottura. Qual è la reazione chimica che si ottiene mescolando quella rabbia e questo mondo?
Carlo Massimino è nato a Milano nel 1993, dove vive e lavora come libraio. Ha fatto l’operaio disinfestatore, l’attore cinematografico e ha cantato in gruppi punk.
Lorenzo Rossi nasce ad Ancona nel 1996, ha studiato matematica e lavora a Roma nelle scienze spaziali. Suoi versi sono stati pubblicati su “Inverso - Giornale di poesia”. Figli vostri è il suo primo libro