PROSSIMO PASSATO una breccia nel tessuto del tempo è un nuovo progetto teatrale di archiviozeta in collaborazione con l'Archivio di Stato di Bologna.
Una azione teatrale itinerante che, in via del tutto eccezionale, in occasione dei 150 anni, vi condurrà dietro le quinte dell'Archivio, nel labirinto infinito di carte, filze e faldoni.
Un viaggio nello spazio e nel tempo che, a partire da una ricerca di Adriano Prosperi, ci precipita nella Bologna del 1700 per riflettere sul senso della storia, sul corpo delle donne, sulla pena di morte.
ingresso gratuito, posti limitati prenotazione obbligatoria qui ritrovo sotto il Voltone del Podestà, Piazza Maggiore, Bologna
Vista l’esigua quantità di posti disponibili vi preghiamo di prenotare solo se si è certi di poter partecipare.
In caso di disdetta vi chiediamo di comunicarlo almeno 24h prima a prenotazioni@archiviozeta.eu
Il percorso si svolge all’interno dell’Archivio e presenta barriere architettoniche, quindi purtroppo non è adatto a persone con difficoltà motorie.
PROSSIMO PASSATO una breccia nel tessuto del tempo azione teatrale itinerante drammaturgia e regia Gianluca Guidotti, Enrica Sangiovanni basato sulla ricerca di Adriano Prosperi Dare l’anima – Storia di un infanticidio, Einaudi, 2005 intrecciato con i fili delle ricerche di Ottavia Niccoli e Marija Stepanova consulenza scientifica e ricerche d’archivio Alida Caramagno e Federica Cavina partitura musicale Patrizio Barontini con Diana Dardi, Gianluca Guidotti, Giuseppe Losacco, Andrea Maffetti, Enrica Sangiovanni e con la partecipazione in video di Adriano Prosperi
riprese e montaggio video Andrea Sangiovanni
grafica nonsinaviga produzione archiviozeta e Archivio di Stato di Bologna Regione Emilia-Romagna Comune di Bologna
ringraziamenti: Simone Marchesani (Archivio Generale Arcivescovile di Bologna), Biblioteca comunale dell’Archiginnasio di Bologna, Eleonora Castagna e Rita De Tata (Archivio di Stato di Bologna) archiviozeta all’Archivio di Stato di Bologna archivio nell’archivio, memoria della memoria Dalla Piazza dei poteri siamo spinti a penetrare in archivio, nel labirinto inestricabile di carte che restano a testimoniare e che costituiscono la materia inafferrabile del passato; tra chilometri di scaffali, deposito fittissimo e tangibile della Storia della città.
Alla ricerca di un volto, tra gli infiniti possibili, ci imbattiamo, grazie alla guida e alla saggezza commovente di Adriano Prosperi, nel processo a Lucia Cremonini, nella vita di una donna che si intreccia con quella del figlio da lei concepito, partorito e ucciso: un legame indissolubile di cui è parte essenziale la violenza fatta e subita. Siamo a Bologna nel 1709 e la storia di un infanticidio ci precipita in un gorgo di parole, immagini, riflessioni in cui rispecchiarci. Sentiamo la viva voce della paura, entriamo in quelle misere stanze, percorriamo le strade senza via d’uscita delle carte processuali. Ecco gli attori di questa vicenda: un prete che usa violenza e poi scompare, una semplice ragazza e poi le figure del potere, allora rapidissimo e implacabile nel fare Giustizia. Siamo qui nel 2024 a combattere per il corpo delle donne, sgomenti davanti a quotidiane violenze e a nuovi inconcepibili infanticidi. Sotto le forche dimenticate, qui dove nessuno sa che sono state uccise centinaia di persone, nella città sorda e distratta, sulla soglia del tempo, si può ascoltare il respiro della sofferenza, del dolore, del sopruso, il corteo di tutti coloro che hanno pagato con la vita, che hanno dato l’anima, oppressi dalle dinamiche in cui si sono trovati ad agire e reagire. Vorremmo abbracciare le ombre, mossi dalla pietà ma siamo risospinti a fare i conti con le secche della nostra realtà.
Con questa azione teatrale archiviozeta vorrebbe contribuire a dare voce a chi non l’ha mai avuta, aprire una breccia nel tessuto del tempo.
Archivio nell’archivio, luogo non giurisdizionale dove due zeta si sono continuamente intrecciate: la zeta di ζωή (zoé) – la vita – e quella di Zeit (zait) – il tempo.