All’interno della 13° edizione di IT.A.CÀ Migranti e Viaggiatori, Festival di Turismo Responsabile presentazione del progetto Marana in tre momenti:
Ore 20.30: Incontro // Intervengono gli autori del film Giovanni Benini, Davide Provolo e Giacomo Nardello, coodinatore di Villa Santa Rita e del progetto Marana nel periodo delle riprese del film.
Ore 21.30: Live // Lite Orchestra Live con proiezione di immagini non montate nel film
Ore 22.30: Proiezione // Documentario Marana, regia di Giovanni Benini, Davide Provolo (Italia, 2020, 64′). Musiche LITE ORCHESTRA La Chi / Thomas Pizzini
Il progetto di produzione del film Marana inizia nel 2015 quando il duo della Lite Orchestra (Matias Campaci e Thomas Pizzini, autori ed esecutori delle musiche del film) entra in contatto con la cooperativa MeA, ente che gestisce la comunità di Villa Santa Rita, sita a Marana di Crespadoro nell’alto vicentino. Marana, così viene chiamata da tutti la comunità, è un servizio residenziale che ospita minori con disturbo dello spettro autistico e con disturbi del comportamento, rispondendo ai bisogni delle famiglie in termini pedagogici e di supporto psicologico ed educativo.
A quarant’anni dalla legge Basaglia, il Parlamento Italiano e la Regione Veneto hanno emanato le “Linee Guida” per la gestione e la cura delle persone adulte con disturbo dello spettro autistico, ma rimangono lacune in termini di disposizioni per quando riguarda la gestione dei minori, che risultano a carico delle famiglie fino ai 18 anni. Una zona grigia in espansione, vista la cosiddetta e controversa, “epidemia” dell’autismo (nel 2019 un bambino su 89 ha diagnosi riferita allo spettro autistico; nel 1975 era uno su 5000). Da questi dati nasce l’idea di produrre un film che possa raccontare il fenomeno restituendo la potenza stravagante, libera e creativa dei giovani protagonisti.
Con la volontà di trovare l’invisibile terreno comune – quella comunicazione che trascende le condizioni sociali, fisiche e mentali – il film non mette al centro la condizione dei giovani protagonisti, ma ne vuole restituire l’umanità, che non è né disperata né battagliera, ma intensa, vivace, legata alla giovinezza che porta con sé la curiosità e gli slanci propri di quell’età. In Marana una possibile trama è solo accennata; i fatti che accadono sono pochi, tutto è nei personaggi. Una partitura per anime in cui i non-dialoghi sono monologhi interiori che si intrecciano e si attraversano. Il film diventa così un unico respiro, un’unica voce, un ritratto emotivo dei giovani protagonisti, uno sguardo che cerca di rendere tangibili i loro desideri e la loro visione del mondo.
Ingresso libero fino a esaurimento posti.