Nell’ambito del Festival La violenza illustrata | XX edizione, presentazione di Perché contare i femminicidi è un atto politico di Donata Columbro (Feltrinelli)
Dialogano con l’autrice:
Giulia Sudano, Period Think Tank
Anna Pramstrahler, Casa delle donne per non subire violenza APS e Commissione parlamentare d’inchiesta sul femminicidio leg. 2013- 2018
Giulia Bernagozzi, Anci Emilia Romagna
Gessica Allegni, Assessora Pari Opportunità Regione Emilia-Romagna
IL LIBRO
Contare i femminicidi non è un esercizio di precisione statistica, ma un atto politico.
In Italia, non esiste un registro ufficiale dei femminicidi, e il modo in cui vengono classificati gli omicidi di donne rispecchia un sistema che spesso minimizza la violenza di genere. Chi decide cosa contare? E soprattutto, chi ha il potere di negare la rilevanza dei numeri?
In Perché contare i femminicidi è un atto politico, Donata Columbro, giornalista e divulgatrice esperta di dati, decostruisce l’idea della neutralità statistica e mostra come il conteggio dei femminicidi sia una questione di potere e resistenza.
Nel libro, Columbro, ha intervistato le socie e volontarie di Casa delle donne per non subire violenza che, dal 2005, lavorano in maniera volontaria e con approccio femminista e transfemminista nel Gruppo di ricerca sui femminicidi in Italia. Il Gruppo raccoglie, anno per anno sulla stampa i dati relativi ai femminicidi costituendo una delle prime associazioni femministe e Centro Antiviolenza ad aver compreso l’importanza di contare i femminicidi per porre nel linguaggio dell’opinione pubblica e delle istituzioni la violenza di genere come fenomeno strutturale della nostra società.