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Papillon di Franklin J. Shaffner è basato sul best-seller autobiografico di Henri Charrière, in cui l’autore racconta la sua personale esperienza nel mostruoso sistema penale francese degli anni Trenta. […] Steve McQueen è Papillon, così chiamato per il tatuaggio a forma di farfalla che porta sul petto. Scassinatore reo confesso, insiste però di non aver commesso l’omicidio di un pappone di Montmartre per cui è stato condannato all’ergastolo nella Guyana Francese. Sulla nave che lo porterà alla prigionia, incontra Dega (Dustin Hoffman), un falsario affetto da una lieve miopia che possiede i fondi necessari per comprarsi la libertà. Papillon gli offre la sua protezione in cambio del denaro occorrente alla fuga. Appena arrivato a St. Laurent, Papillon incontra la prima di una lunga serie di minacce e sfide che distruggerebbero qualunque uomo comune, ma che nel suo caso servono solo a rafforzare il suo desiderio di sopravvivere e riconquistare la libertà perduta. […] Scritto da Dalton Trumbo e Lorenzo Semple Jr., Papillon possiede una struttura solida, relazioni ben sviluppate e movimenti fluidi. Non ci sono dubbi sulla capacità di Schaffner di trasportarci in luoghi e spazi lontani – e non fa niente se viaggiare non è esattamente nelle nostre corde – e farci avvertire distintamente lo scorrere del tempo. E se Schaffner ha la forza e la resistenza necessarie per sostenere un film così ambizioso, lo stesso si può dire per Steve McQueen che, aiutato dall’eccezionale lavoro di make up di Charles Schram, interpreta un uomo dalla forza invincibile offrendo una performance assolutamente convincente e degna di un Oscar. […] Papillon è un eloquente tributo all’indomito spirito umano e una potente condanna a tutte quelle istituzioni il cui scopo è spezzare quello stesso spirito.
Kevin Thomas
Continuavo a essere sospinto da questa sensazione irrefrenabile. Cercavo sempre qualcosa – senza sapere cosa fosse – ma dovevo continuare a muovermi, non potevo sopportare l’idea di fermarmi. Ed è esattamente questo che sentivo di avere in comune con il Papillon di Charrière. Quest’uomo, che per tutta la sua vita non si era mai fermato, all’improvviso si ritrovava imprigionato, e la sua prima, naturalissima reazione era di dirsi “devo uscire da questo maledetto posto”. Certo, il trattamento inumano e violento che caratterizzava al tempo le colonie penali francesi rendeva ancora più forte il suo desiderio di essere libero. Ci somigliamo a tal punto che potrei tranquillamente iniziare a chiamarmi io stesso Papillon.
Steve McQueen