Ulisse Aldrovandi, Monstrorum historia (1657)
Ulisse Aldrovandi, Monstrorum historia (1657)

«La seconda bestia aveva una testa di leone, che ruggiva, il corpo di capra e le terga di drago, ma sul corpo caprino si elevava una seconda testa cornuta e belante. La coda era un serpente, che sibilando si drizzava in avanti a minacciare gli astanti. [...]

Prese per primo l’iniziativa Aleramo Scaccabarozzi detto il Ciula, che ormai non si separava più dal suo arco. Scoccò una freccia proprio nel mezzo del capo del gatto, che stramazzò esanime. A quella vista la chimera fece un balzo in avanti. Coraggiosamente il Cuttica di Quargnento, gridando che a casa sua aveva saputo ridurre a miti consigli tori in amore, le si fece incontro per trafiggerla, ma inopinatamente il mostro spiccò un balzo, gli fu addosso e stava azzannandolo con le sue fauci leonine quando corsero il Poeta, Baudolino e Colandrino a tempestare di fendenti la belva sino a che mollò la presa e si accasciò al suolo» (cap. 27, p. 356-357).

 

Icon Monstrosæ cuiusdam Chimæræ

Ulisse Aldrovandi, Monstrorum historia. Cum Paralipomenis historiae omnium animalium, Bologna, Bologna, Nicolò Tebaldini [i.e. Giovanni Battista Ferroni], 1642 [i.e. 1657].

Collocazione: 11. m. II. 4