Loriano Macchiavelli, Strage (2010)
Loriano Macchiavelli, Strage (2010)

In questa immagine (qui visibile a una migliore risoluzione) vediamo copertina, quarta di copertina e relativi risvolti della più volte evocata seconda edizione di Strage, che viene pubblicata da Einaudi nel 2010. Dopo vent’anni il grande pubblico ha l’occasione di leggere quello che nel 1990 era stato un romanzo fantasma, rimasto in vendita appena una settimana.

Lo pseudonimo Jules Quicher ha lasciato il posto al vero nome dell’autore. I risvolti spiegano a grandi linee i precedenti editoriali (e giudiziari) del romanzo, illustrati in maniera più dettagliata nella già citata introduzione firmata dallo stesso Macchiavelli. Di seguito a questa, che ha titolo Breve storia, ad uso del lettore, di questo romanzo, si trovano anche alcune pagine firmate da Libero Mancuso, il pubblico ministero che aveva indagato sulla strage del 2 agosto battendosi contro tutti i depistaggi per portare a galla la verità. Nella parte quarta del romanzo, intitolata Le indagini, compare Massimo Altavilla, magistrato a cui il procuratore affida le indagini sulla strage e che da subito si trova di fronte alle stesse difficoltà - «una serie di ostacoli, di depistaggi, di falsi indizi» (p. 427) - che Mancuso dice di avere incontrato non solo all’inizio, ma lungo tutti gli anni di indagini compiuti sull’attentato. Altavilla non è comunque un personaggio ispirato a Mancuso, che lo scrittore nel 1990 ancora non conosceva.

Rispetto alla prima edizione, a partire da questa viene aggiunta anche quella che Evangelisti definisce «un’utile rassegna [dei personaggi] degna dei vecchi Gialli Mondadori». Non possiamo che essere d’accordo sull’utilità di questa scelta (adottata anche per la seconda edizione di Funerale dopo Ustica) per Strage: Quicher è sicuramente protagonista, ma siamo di fronte a un romanzo corale in cui molti altri personaggi “rubano la scena” all’ex agente segeto per considerevoli porzioni di testo.

Come si vede la copertina abbandona la “tradizionale” iconografia della strage - l’orologio fermo, le macerie - che era presente nell’edizione originale (e che verrà ripresa 10 anni dopo, come vedremo nella prossima immagine) in favore di un’immagine che sembra rimandare a un vero e proprio conflitto bellico.

Questa edizione del romanzo non è posseduta dalla Biblioteca dell’Archiginnasio. Ringraziamo la biblioteca Borges di Bologna per averci fornito le immagini qui presentate.