Coscienza sporca ripropone più volte lungo le sue pagine il tema scottante del caso della Uno bianca, che è stato “risolto” nel 1994, un anno prima dell’uscita del libro. La scoperta che la più feroce banda criminale degli ultimi decenni fosse formata in gran parte da poliziotti ha ridotto al minimo la fiducia dei cittadini nel lavoro della Questura bolognese e la stampa ha naturalmente trattato l’argomento in maniera molto approfondita, non sempre con la serietà necessaria ma indulgendo spesso al sensazionalismo o al pettegolezzo. Il romanzo ripropone esattamente quanto avvenuto nella realtà. I giornali «ci vanno a nozze e scavano nel marcio» (p. 27) e il superiore di Sarti, Raimondi Cesare, è stato trasferito e rimpiazzato dal dottor Insignito Del Carmine (si veda il terzo capitolo della seconda parte, Il capo se ne va, arriva il capo). Il lavoro del questurino è diventato quindi ancora più difficile, anche perchè viene colto dal dubbio che non ci si possa fidare neanche dei colleghi.
Non possiamo qui ripercorrere la storia della Banda della Uno bianca né proporre i numerosissimi libri e articoli che l’hanno analizzata e raccontata. Ci limiteremo a segnalare alcuni episodi e documenti particolarmente significativi.
Il primo è una delle azioni criminali più efferate compiute dalla banda, quella che verrà poi definita la Strage del Pilastro, del gennaio 1991. Tre carabinieri vennero uccisi dai criminali. Vediamo in questa immagine la prima pagina de «Il Resto del Carlino» che dà notizia del massacro il 5 gennaio 1991.
«Il Resto del Carlino», 5 gennaio 1991.
Collocazione: 19/1