Il delta del Po
Il delta del Po

Prima di arrivare a toccare l’evento fondamentale del romanzo - lo scoppio della bomba alla stazione - ci soffermiamo su alcuni altri elementi che Macchiavelli introduce e che sono strettamente legati a Bologna e al territorio circostante.

Il primo precede la strage anche nella cronologia della narrazione. Jules Quicher infatti arriva nel capoluogo emiliano il 30 luglio, “invitato” da un misterioso ordine monastico che da qualche anno ha preso possesso del castello-monastero di Robino, situato nel delta del Po. Fra il 31 luglio e l’1 agosto Jules incontra i monaci e scopre che a Robino è installato un laboratorio scientificamente all’avanguardia che - almeno secondo quello che gli viene detto - si occupa di studiare le modalità migliori per mantenere intatto il territorio del delta. Lo scopo ecologista, si intuisce, potrebbe coprire altre finalità, ma il tema della preservazione di quell’ambiente così particolare è evidentemente avvertito come importante e rilevante già in quegli anni.

Lo testimonia il volume di cui qui vediamo il frontespizio e che viene pubblicato proprio nel 1980, in cui sono raccolti testi di diversi autori e fotografie di Mario Rebeschini. Lo scopo del libro - che ha come editore l’Ente Regionale Sviluppo Agricolo Emilia-Romagna - è di valorizzare il territorio del delta del Po, mettendone in luce la singolarità ma rilevando anche la necessità di attuare una politica di tutela, spesso ostacolata da controversie istituzionali.

 

L'ultimo Po, foto di Mario Rebeschini, introduzione di Riccardo Bacchelli, testi di Alessandro Albertazzi [et al.], [Bologna], E.R.S.A. Emilia-Romagna, 1980.

Collocazione: 3. E. I. 54