Nel 2019 la Biblioteca dell’Archiginnasio porta a termine il progetto di digitalizzazione del periodico «Il Cerchio di gesso». Tutti i sette numeri della rivista usciti fra il 1977 e il 1979 vengono messi online integralmente con un corredo di articoli e strumenti bibliografici. Il titolo di quel progetto è Il Cerchio di gesso. Una rivista bolognese nel movimento del ‘77.
Il periodico infatti, che viene progettato fin dal 1976 da alcuni giovani intellettuali bolognesi sotto la guida di Gianni Scalia, si trova fin da subito schierato a fianco della protesta studentesca scoppiata nel marzo dell’anno successivo, prima ancora che esca il primo numero (datato giugno 1977). Il titolo stesso nasce dai circoli tracciati col gesso in via Mascarella per individuare i fori lasciati dai proiettili che hanno ucciso Pier Francesco Lorusso. Questa immagine compare su tutte le copertine dei sette numeri (qui vediamo quella del n. 1).
La rivista ospita contributi provenienti da varie anime del movimento - segnaliamo alcuni splendidi disegni di Andrea Pazienza nel n. 3 del maggio 1978 - ma pur essendo vicina alla protesta studentesca ne rappresenta l’espressione più “intellettuale”. Quella che, lo abbiamo detto nelle immagini precedenti, in Strage viene criticata da Claudia Patroni. Alle p. 135-136 infatti Claudia mostra a Jules un volantino che veniva distribuito nei giorni del convegno e che lei conserva come promemoria di una posizione che lei, come intellettuale, aveva appoggiato ma alla quale si sentiva oramai completamente estranea perchè troppo “addomesticata” e compromessa col potere (nonostante il volantino affermi proprio il contrario, cioè la rottura dell’alleanza fra intellettuali e potere). Il volantino, di cui il romanzo riporta uno stralcio, è proprio quello con cui la redazione di «Il Cerchio di gesso» rende pubblica la propria adesione al convegno di settembre e che viene pubblicato anche nel volume Piazza Maggiore era troppo piccola. Cronache, fotografie e documenti del 23-24-25 settembre 1977 sul Convegno di Bologna. Claudia dice di avere riflettuto molto su questo volantino - che Jules reputa un inutile bla-bla - e che proprio da queste riflessioni ha tratto la convinzione che «gli intellettuali borghesi si erano ancora una volta impadroniti della nostra rivoluzione e l’avevano fatta loro» (p. 136).
Nei giorni del convegno «Il Cerchio di gesso» pubblica un supplemento al primo numero, intitolato Agenda numero 1, che vuole essere la presentazione di materiali di lavoro e discussione da utilizzare durante lo stesso convegno.
«Il Cerchio di gesso», Bologna, 1977-1979.
Collocazione: A. 2408