
Questa incisione ottocentesca riproduce uno degli episodi dell’assedio di Alessandria del 1175-76, che ha un esito infausto per il Barbarossa. Solo nel 1183 si arriva a una pace e alla rifondazione della città - col nuovo, temporaneo, nome di Cesarea - da parte dell’imperatore. Nel già citato articolo di Ferdinand Opll Federico Barbossa come fondatore delle città italiane Lodi, Alessandria/Caesarea, Crema (in Lodi tra il Barbarossa e la Lega Lombarda. Atti del Convegno, Lodi 8-15-22 novembre 2008, p. 83-136) la particolare vicenda della doppia fondazione della città - quella reale voluta dalle città della Lega Lombarda e quella formale concordata dagli alessandrini con Federico - è raccontata con molti dettagli. Nel 1183 ad Alessandria «fu ribadito il principio che la fondazione di una città non necessitava solo di una sanzione imperiale, ma che concretamente doveva implicare la partecipazione diretta dell’Imperatore - in questo caso di un suo rappresentante» (ivi, p. 127). Nel romanzo quel rappresentante di Federico è proprio Baudolino, che quindi è fondatore della città in cui è nato - ancora prima che essa esistesse - e che ha contibuito a salvare otto anni prima con lo stratagemma della vacca del padre Gagliaudo.
Sulle vicende del Barbarossa in lotta con le città del Nord Italia, e con Alessandria in particolare, segnaliamo anche un testo non storico ma narrativo, il romanzo di Dario Fo pubblicato nel 2017 Il Barbarossa e la beffa di Alessandria.
La Cacciata di Federico Barbarossa da Alessandria. Ricavata dal gran quadro esistente nella galleria di S.M. il Re Vittorio Emanuele II, disegno di Carlo Arienti, incisore Francesco Semino, Genova, Litografia Armanino, sec. XIX.