Bologna d'autore, a cura di Gabriella Kuruvilla (2016)
Bologna d'autore, a cura di Gabriella Kuruvilla (2016)

Una curiosità: nel 2016 è stata pubblicata l’antologia Bologna d’autore, che contiene sia un racconto di Otto Gabos che uno di Macchiavelli. Come il titolo del volume fa intuire, tutti i racconti sono legati dall’ambientazione bolognese e compongono una vera e propria narrazione della città. Fra i molti simboli cittadini raccolti nell’illustrazione di copertina che qui potete vedere - realizzata dalla curatrice Gabriella Kuruvilla - si trova anche l’orologio della stazione ferroviaria, le cui lancette, come si sa, sono state lasciate ferme alle 10.25, ora dell’esplosione della bomba del 2 agosto.

Se il racconto di Gabos contenuto in questa antologia, Radio Varsavia, si ambienta in un futuro distopico in cui Bologna è in stato di guerra e contesa da opposti eserciti non meglio identificati, quello di Macchiavelli è collocato nel passato, per essere precisi nel 1547. Il titolo è Un’estate di qualche anno fa. Il racconto però contiene elementi narrativi - il crollo di un palazzo avvenuto a causa di un’esplosione, alcune scene di corpi straziati, l’indagine del protagonista volta ad appurare che si è trattato di un attentato e non di una disgrazia, il ripetuto riferimento al cratere lasciato dallo scoppio - che non possono non rimandare all’episodio della strage del 2 agosto. Si aggiunga il fatto che anche in questo racconto il protagonista che si improvvisa detective è francese, come il Jules Quicher protagonista (e autore fittizio) di Strage.

Ma per capire come Macchiavelli parli del passato per fare riferimento al tragico evento del 1980, non solo nei dettagli narrativi ma nel messaggio finale del racconto, vale la pena leggerne la conclusione. Il protagonista ha appena dimostrato al Governatore di Bologna che il crollo del palazzo dei Gisilieri è dovuto a un attentato ordito dalla famiglia rivale dei Bentivoglio. Si tratta quindi di una lotta fra due poteri che lascia sul campo morti innocenti, popolani, servi e gente che si trovava per caso nelle vicinanze. Il Governatore reagisce in maniera troppe volte vista, insabbiando il fatto:

«Il Governatore mi fissò a lungo e in silenzio. Poi disse: “Un’affermazione pericolosa. Se il popolino venisse a conoscenza dei fatti che mi avete narrato, i guai si sommerebbero ai guai. La plebaglia non aspetta che un pretesto”. Riprese a passeggiare nel salone e di nuovo si fermò dinanzi a me, sempre fiero nel portamento. “Che la notizia non esca da questo palazzo!” ordinò.

“Non è compito mio, signor Governatore, fare giustizia dei delitti e punire i colpevoli. Sono francese” dissi e lo lasciai al pranzo che aveva fatto preparare per me» (p. 152).

 

Bologna d’autore, a cura di Gabriella Kuruvilla, Milano, Morellini, 2016.

Collocazione: 17* AA 3912