E finalmente i Templari. Perché è da loro che la trama del romanzo prende avvio. Dal misterioso messaggio scovato in Francia dal colonnello Ardenti e interpretato come la chiave per comprendere il piano segreto grazie al quale i Cavalieri del Tempio - e tutte le logge e le sette più o meno segrete che a essi si sono ispirate dopo la soppressione dell’Ordine a inizio XIV secolo - pensano di conquistare il dominio del mondo.
Il tema continua a interessare Eco anche ben dopo la pubblicazione del Pendolo, dal momento che il 23 agosto 2001 pubblica una Bustina in cui, senza citare il suo romanzo, lo richiama in maniera esplicita nel brano evidenziato.
Ma partiamo dall’inizio, con una incisione rappresentante San Bernardo, che se non fu il fondatore dell’Ordine «intuisce subito che l'idea è da coltivare, e appoggia quei nove avventurieri, trasformandoli in una Militia Christi, diciamo pure che i Templari, nella loro versione eroica, li inventa lui» (cap. 13, p. 72). Chi parla è Casaubon, che durante la prima parte del Pendolo sta dedicando ai Templari i propri studi per la redazione della tesi di laurea. Sarà lui stesso che anni dopo, quando il Piano sarà quasi completo, ipotizzerà che l’appoggio del santo all’ordine avesse secondo fini segreti e misteriosi, in quanto Bernardo era un iniziato (cap. 74, p. 331).
Bernardo da Chiaravalle, Sermoni volgari del diuoto dottore santo Bernardo: sopra le solennitade di tutto lanno, Venezia, Giovanni Antonio & fratelli Nicolini da Sabbio, 1528.