Presentazione di Il candidato fuori posto di Leónidas Lamborghini (Argolibri, 2024) e L’albero di Saussure di Héctor Libertella (Arcoiris, 2024).
Ne parlano Annabella Canneddu, ricercatrice e traduttrice di Héctor Libertella, Silvia Tebaldi, scrittrice e Lorenzo Mari, scrittore e traduttore.
Il candidato fuori posto di Leónidas Lamborghini (Argolibri, 2024)
Il candidato fuori posto è la prima opera di Leónidas Lamborghini a essere tradotta in italiano, e sicuramente uno dei suoi libri di poesia più importanti. Pubblicato per la prima volta nel 1971, viene ora tradotto nell'edizione del 2008 di Paraiso Ediciones, con una sezione finale (Diez escenas del paciente) che chiama in causa la figura del fratello Osvaldo, approfondendo il rapporto di vicinanza e al tempo stesso dissidio tra i due autori, a conclusione di un poema narrativo che traduce crisi economica e tensioni politiche repressive e già golpiste in una forma per l'epoca e ancora oggi innovativa. I suoi tempi privilegiati, ben presenti nell'opera presentata, sono i rapporti tra Storia e forme poetiche e la tensione tra arte e politica, che lo portano verso una decostruzione del linguaggio borghese, in favore di uno sperimentalismo linguistico mai fine a sé stesso.
Il candidato fuori posto è la prima opera di Leónidas Lamborghini a essere tradotta in italiano, e sicuramente uno dei suoi libri di poesia più importanti. Pubblicato per la prima volta nel 1971, viene ora tradotto nell'edizione del 2008 di Paraiso Ediciones, con una sezione finale (Diez escenas del paciente) che chiama in causa la figura del fratello Osvaldo, approfondendo il rapporto di vicinanza e al tempo stesso dissidio tra i due autori, a conclusione di un poema narrativo che traduce crisi economica e tensioni politiche repressive e già golpiste in una forma per l'epoca e ancora oggi innovativa. I suoi tempi privilegiati, ben presenti nell'opera presentata, sono i rapporti tra Storia e forme poetiche e la tensione tra arte e politica, che lo portano verso una decostruzione del linguaggio borghese, in favore di uno sperimentalismo linguistico mai fine a sé stesso.
L’albero di Saussure di Héctor Libertella (Arcoiris, 2024)
In equilibrio tra l’aforisma «superbo e spregevole» e l’argomentazione «noiosa», per dirla con parole dello stesso Libertella, L’albero di Saussure. Un’utopia (2000) ingloba (o meglio, costruisce) una densa rete intertestuale fatta di incroci tra arti, filosofia, linguistica, teoria letteraria. Ripercorrendo la tradizione delle scritture occulte, dalle profezie dell’Oracolo di Delfi fino alla scrittura a-semica di Mirtha Dermisache, l’autore ci colloca ad ogni pagina in quello stadio intermedio della lettura in atto che precede la rivelazione dell’essere delle cose nel linguaggio e che, soprattutto, sfugge alla rassicurante interpretazione finale. L’utopia espressa dal titolo consiste nel restituire alle parole e alle cose un loro senso iniziatico, primordiale, dove l’albero rimane appunto «solo un tronco con rami e foglie», senza la pretesa di giungere a un significato ultimo, definitivo
In equilibrio tra l’aforisma «superbo e spregevole» e l’argomentazione «noiosa», per dirla con parole dello stesso Libertella, L’albero di Saussure. Un’utopia (2000) ingloba (o meglio, costruisce) una densa rete intertestuale fatta di incroci tra arti, filosofia, linguistica, teoria letteraria. Ripercorrendo la tradizione delle scritture occulte, dalle profezie dell’Oracolo di Delfi fino alla scrittura a-semica di Mirtha Dermisache, l’autore ci colloca ad ogni pagina in quello stadio intermedio della lettura in atto che precede la rivelazione dell’essere delle cose nel linguaggio e che, soprattutto, sfugge alla rassicurante interpretazione finale. L’utopia espressa dal titolo consiste nel restituire alle parole e alle cose un loro senso iniziatico, primordiale, dove l’albero rimane appunto «solo un tronco con rami e foglie», senza la pretesa di giungere a un significato ultimo, definitivo