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La resistenza di Diego

Roberto Baldazzini trasferisce la forza e la durezza del suo disegno rigoroso, in passato usato per immagini fetish, in un racconto di Resistenza partigiana, ambientato sui monti tra Modena e Bologna, nell'area in cui operarono alcune "mitiche" formazioni combattenti, come la Brigata GL Montagna di Pietro Pandiani, la Matteotti dell'eroico Capitan Toni, la Divisione Modena di Armando Ricci.

E' il preciso momento di passaggio per molti giovani, anche di buona famiglia (come lo stesso Toni Giuriolo, uno dei "piccoli maestri" di Meneghello, come l'avvocato Francesco Berti Arnoaldi, come Enzo Biagi), dalla renitenza alla Resistenza.

E nel primo inverno '43-'44 fu resistenza vera (solo più avanti sarà guerra di liberazione) la sopravvivenza di giovani inesperti e con poche armi sui monti coperti di neve: resistenza alla fame, al freddo, ai rastrellamenti dei nazisti e dei repubblichini.

Amore e morte furono ingredienti di storie molto simili a quella di Diego: vengono in mente Antonio Meluschi e Renata Viganò, anche se la loro vicenda appartiene all'habitat, molto diverso, delle paludi ferraresi. Una segnalazione particolare (non c'entra con la produzione di R. Baldazzini) merita il graphic novel I Figli della schifosa - una storia partigiana di Antonio Pagliaro. Il volume racconta una storia a cavallo dell'appennino tosco-emiliano, nata sulle pagine del vernacoliere. Pagliaro racconta la guerra attraverso la vita, rendendo attuale e necessaria la memoria di un capitolo ancora divisorio della storia italiana. Questo libro dai toni spesso poetici, coi suoi disegni lievi e allo stesso tempo potenti, riesce in modo efficace nel balzo generazionale che con il linguaggio del fumetto ci racconta una storia fondamentale per il nostro paese.