Introducono Dany Boon e Kad Merad
Anche se tutti i film sono importanti, questo per me contava più degli altri perché parlava della mia infanzia, della mia regione, della mia gente… dei miei fratelli, insomma! E in effetti l’idea mi è venuta partendo proprio dalla visione che hanno del Nord coloro che non conoscono affatto la regione Nord-Pas de Calais. Sono tanti i Francesi che hanno una pessima opinione di quella regione. I motivi vanno dalla povertà alla mancanza di speranza, dalla disoccupazione alla presenza delle miniere. Ed è per questo che mi è venuta la voglia di realizzare una commedia in cui si sottolinea l’aspetto umano, il cui protagonista, che non è originario del Nord, è costretto suo malgrado a scoprire la cultura, l’ambiente e la grande umanità di quella regione e dei suoi abitanti, il loro senso di accoglienza, la loro voglia di condivisione, il loro calore e la loro generosità… Credo che tutte queste qualità possano essere riassunte in un proverbio: uno straniero che va nella regione degli Ch’tis piange due volte: quando arriva e quando riparte.
Dany Boon
Direttore di un ufficio postale ad Aix-en-Provence, Philippe Abrams ordisce un trucco per farsi trasferire in Costa Azzurra: ma viene scoperto e, per punizione, è condannato a passare due anni alle Poste di Bergues, vicino al passo di Calais. Nell'immaginario suo e della moglie, il Nord è l'inferno. Lasciando a casa la signora, il funzionario parte per l'esecrata destinazione bardato da cosacco, come Totò e Peppino quando arrivano a Milano in una scena tra le più celebri del loro repertorio. Lo accompagnano le note struggenti del Plat pays di Jacques Brel, tutte cieli grigi e malinconia. L'inizio è duro, tra tipi rozzi che parlano un linguaggio incomprensibile, formaggi puzzolenti, usanze misteriose per l'uomo del Sud. Poco a poco, però (anche troppo presto, a dirla tutta), Philippe si adatta, poi si converte alla dolce vita della cittadina […]. Il fine settimana l'emigrato torna a casa dalla moglie, convinta che stia patendo le pene dell'inferno in un paese di barbari. Quando la signora decide di condividere la sorte dello sposo, inizia una commedia degli equivoci: spalleggiato dai dipendenti, Philippe inscena un falso villaggio in rovina, popolato di debosciati ubriaconi. […] Giù al Nord è un esempio di buon cinema popolare, che ricorda lo stile – amichevole e non volgare – delle pellicole di una volta con Bourvil e Louis de Funès. La buona notizia è che Boon accoglie tutti gli stereotipi e il luoghi comuni sul Nord della Francia, come luogo "arretrato" e "ostile", per meglio smontarli ed evidenziarne l'assurdità. […] Insomma, non si ride "contro" questo e quello: si sorride assieme ai protagonisti in modo piacevolmente affabile e caloroso.
Roberto Nepoti