IL CINEMA RITROVATO
Musiche scritte e dirette da Timothy Brock, eseguite dall’Orchestra del Teatro Comunale di Bologna
Introducono Robert Byrne (San Francisco Silent Film Festival), Dave Kehr (MoMA) e Cecilia Cenciarelli
Terzo film di Erich von Stroheim per la Universal, dopo il celebre Blind Husbands (1919) e il perduto Devil’s Passkey (1920), Foolish Wives fu pubblicizzato durante la lavorazione come “il primo film da un milione di dollari”: il budget veniva aggiornato ogni settimana su un tabellone di Times Square, e le riviste di costume erano piene di aneddoti sulle folli stravaganze di Stroheim, compresa la ricostruzione della Place du Casino di Monte Carlo tra le polverose colline della San Fernando Valley. La cifra finale riportata dall’ufficio stampa della Universal fu di 1.053.290 dollari: tanti soldi per la giovane Hollywood di allora, ma che nel 2022 equivalgono alla modesta somma di 16.694.705,34 dollari, più o meno il budget di un film Sundance con un paio di star televisive nel cast.
In ogni caso la Universal ottenne più di quanto avesse speso. Stroheim consegnò una prima versione di circa trentuno bobine, presto ridotte a quattordici per la prima newyorkese dell’11 gennaio 1922. Un montaggio ulteriore eseguito su pressione del New York State Censorship Board portò al sacrificio di altre quattro bobine (compresa la lunga sequenza d’apertura); successivi tagli e revisioni furono eseguiti quando la Universal rimontò il negativo in vista di una nuova distribuzione del film nel 1928. Fu quella versione (di 7655 piedi) a essere acquisita dal MoMA nel 1936 e a fare da punto di partenza per tutti i successivi restauri.
Questa nuova versione di Foolish Wives, prodotta dal MoMA e dal San Francisco Silent Film Festival, non contiene materiali inediti ma tenta di ricreare la sensazione della prima uscita in sala ristabilendo l’ordine originale delle scene, sostituendo le didascalie del 1928 con i testi originali, ricostruendo le colorazioni, ripulendo digitalmente la pellicola e ricreando gli effetti di colore spettacolari della scena clou dell’incendio. Il risultato è un film che appare molto più strutturato e solido delle edizioni precedenti, mettendo in luce tutta l’arguzia, la perversione e il talento per lo spettacolo melodrammatico di Stroheim. Il film ora si conclude come Stroheim voleva, con una citazione dal romanzo immaginario – Foolish Wives, di un certo Erich von Stroheim – che il regista ha intessuto nella trama: “Prima o poi le mogli americane romanticamente inclini a credere che lo splendore superficiale dell’uomo del Vecchio Mondo e i suoi modi seducenti siano i requisiti essenziali di un marito resteranno deluse. E capiranno che l’uomo giusto per la Donna Americana è l’Uomo Americano”.
Dave Kehr
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Serata promossa da Aeroporto G. Marconi Bologna