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copertina di Emidio Clementi

Emidio Clementi

Voci dal verbo LEGGERE | qualche domanda su libri e letture a Emidio Clementi.

Che ruolo hanno libri e lettura per te, qual è il tuo rapporto con la parola scritta e le immagini e con l’oggetto libro/pubblicazione? 
Sono diventato scrittore proprio per l’amore che ho sempre avuto per la lettura, che è un’attività molto più gratificante della scrittura, fonte di angoscia e di insicurezza. Ma insieme al piacere della lettura - o forse ancora prima - c’è stata la fascinazione per il libro in sé. Ricordo perfettamente la copertina, l’odore delle pagine, la grafica di tanti libri presi in prestito alla biblioteca di San Benedetto del Tronto durante l’adolescenza. Per me i veri libri sono quelli stampati a cavallo tra gli anni 70 e gli 80. Se non altro sono i miei libri. Quando mi capita di trovarne uno in qualche libreria di usato li acquisto ancora. Sono la porta d’accesso alla mia giovinezza.

Quali sono i testi significativi nella tua formazione?
Di sicuro Bukowski. Oggi, a pensare - più che a certi suoi eccessi - alla sua spacconeria, mi viene da sorridere, ma all’epoca mi ritrovavo nei suoi racconti di marginalità. All’opposto c’era Carver. Quando uscirono le sue prime raccolte, rimanevo incantato dal suo modo di raccontare, usando una prosa lineare, ma piena di mistero. E poi Vicolo Cannery di Steinbeck, I racconti dell’Ohio di Sherwood Anderson, Motel Chronicles di Shepard. Tutti libri americani. Li preferivo alla letteratura europea, perché a scriverli erano persone comuni, privi di un’educazione accademica. Gli americani non mi mettevano in soggezione.

Biblioteche, archivi, librerie, rete: dove cerchi parole e immagini, volumi e riviste, fumetti utili per le tue ricerche?
Un po’ ovunque, tranne forse gli archivi, anche se ogni tanto è capitato. Invidio il lavoro dello studioso, che immagino meticoloso, appartato, solido. Purtroppo, o per fortuna, quando si scrivono storie il materiale è la vita e la vita è ingarbugliata, a volte noiosa, spesso inesplicabile. A starci in mezzo si rischia sempre di sporcarsi.

Lettura come stimolo, approfondimento, per documentarsi, per distrarsi…? Tu come la pratichi?
Come stimolo soprattutto. Mi piace comprendere, o semplicemente vedere, come la gente si comporta. E’ sempre un’esperienza sorprendente. Per questo, anche ai miei studenti, quando scrivono un racconto chiedo di mettere a confronto quello che scrivono con quello che hanno vissuto. I comportamenti delle persone raramente sono quelli che uno si aspetta da loro.

Quali sono le letture che hanno contribuito al tuo percorso artistico e, nello specifico, al processo creativo per la produzione di questo libro? Quali libri, riviste, fanzine, fumetti si accumulano sul tuo tavolo di lavoro?
Con gli anni è più difficile prendere in prestito la voce o il mondo di un altro scrittore. Si scrive su un solco già segnato dal proprio stile. Però nella struttura direi che Scimmie di Susan Minot mi è stato d’aiuto per scrivere Gli anni di Bruno, come se fosse un romanzo a episodi. Per il tono invece ricordano forse, naturalmente senza eguagliarli, i racconti di Bernard Malamud, specialmente quelli della maturità, per quella sua maniera unica di mescolare ironia e complicanze della vita.

Tieni dei libri, fumetti, riviste in casa? Se si, ci racconti brevemente come è o non è organizzata la tua libreria?
C’è molta carta in casa. Al momento del trasloco io e mia moglie avevamo tentato una catalogazione, sia alfabetica che di nazionalità. Poi, con gli anni, non ci siamo più stati dietro. Ora ci sono zone. Quella dove un tempo c’erano gli americani e ora solo una predominanza di americani, mescolati ad altri titoli. E così per i francesi, i russi e gli italiani. Sono ancora tutti lì. Quello che non trovo mai però è sempre il libro che sto cercando.

Hai dei consigli di lettura da suggerire?
Ho appena terminato La ricerca del tempo perduto di Proust. Ho impiegato un anno a leggerla e adesso mi manca il suo sguardo, le sue riflessioni sull’arte, la scrittura, ma soprattutto sul mondo. Credo che sia un’opera che anche fra duecento anni sarà attuale, in quanto tratta dell’uomo così com’è, al di là del periodo storico. Per questo la consiglio.


Sabato 23 aprile h 12 a Modo Infoshop, Emidio Clementi ha presentato il suo nuovo libro Gli anni di Bruno (Playground, 2022) in dialogo con Emilio Varrà


Emidio Clementi è un cantante, bassista e scrittore italiano, fondatore e principale autore dei Massimo Volume. Tra i suoi libri ricordiamo la notte del Pratello (Fazi 2001), Matilde e i suoi tre padri (Rizzoli), La ragione delle mani e L’ultimo dio (Playground). Gli anni di Bruno è in uscita in questi giorni per Playground, 2022.


Puoi trovare libri/letture di e segnalate da Emidio Clementi disponibili al prestito presso le biblioteche di Bologna, al prestito digitale su EmiLib/MedialibraryOnline e in vendita nelle librerie.

Nella foto, il tavolo di lettura/studio di Emidio Clementi.