IL CINEMA RITROVATO
Accompagnamento dal vivo a cura di CW03 e CW04 del gruppo finlandese Cleaning Women
Introduce Thierry Frémaux
Dopo nozze riuscite con la donna amata (Sandra Milowanoff) e l’inizio di una felice vita coniugale, un cavatore (Charles Vanel) è vittima di un incidente provocato da un’esplosione nella cava in cui lavora. Rimasto sfigurato, è costretto a portare una maschera.
Charles Vanel, attore in un centinaio di film (tra cui, per citarne solo due, lo straordinario Le Diable souffle di Edmond T. Gréville e l’acclamato Vite vendute di Henri-Georges Clouzot), passò dietro la macchina da presa quando era all’apice della sua popolarità di attore del muto. Era il 1929. Regista di un solo lungometraggio, con Dans la nuit firmò un film sconvolgente, sorprendente, in cui diede prova di un incredibile senso dell’inquadratura e del montaggio e di una folle modernità, e ricompose con Sandra Milowanoff la coppia già formata sullo schermo in La Flambée des rêves, Pêcheur d’Islande (entrambi di Jacques de Baroncelli, 1924) e La Proie du vent (René Clair, 1927). “Un dramma di atmosfera operaia”: così amava definire questa storia che rendeva omaggio a suo padre. All’uscita del film la critica lo elogiò: “Vanel ottiene di colpo l’intensità del grande dramma. Una folle sincerità si impadronisce delle immagini. Una convincente e dolorosa crudeltà. Finalmente qualcosa di potente. Il regista Vanel dice alla vita il fatto suo” (Michel Gorel, “La Revue du cinéma”, 1930). Ma l’epoca del muto era finita. Quando Dans la nuit arrivò sugli schermi, nel maggio 1930, regnava ormai il sonoro e il film fu ritirato dalle sale. Per questo è forse l’ultimo muto francese.
Caduto nell’oblio, Dans la nuit ritrova oggi il suo splendore grazie al sublime restauro di Éclair Classics, su iniziativa dell’Institut Lumière, al quale Charles e Arlette Vanel lasciarono il film in eredità nel 1998.