Per info e iscrizioni:
biblioteca.armonie@gmail.com

Biblionaute
Biblionaute è il gruppo di lettura dell'associazione Armonie.
Il gruppo si incontra un martedì del mese alle ore 20.30.
Durante gli appuntamenti si potranno condividere esperienze di vita, emozioni, riflessioni, a partire dalla lettura di un libro scelto collettivamente.
L'idea è di navigare nel mare della letteratura femminile e approdare su varie isole, spiagge, sponde e arcipelaghi a seconda dei desideri e delle possibilità, facendo della lettura un balsamo e una cura.
Le Biblionaute è un momento di confronto e conoscenza reciproca, un'occasione per stare tra donne e si ritrova presso la Biblioteca Sandra Schiassi, presso la sede di Armonie, in Via Emilia Levante 138.
Le date degli incontri sul sito.

- La gatta ha visto tutto di Dolores Hitchens
- Non chiedetemi di amare mia madre di Agata Bloom
- Dare la vita di Michela Murgia
- Come d'aria di Ada D'Adamo
- Come vento cucito alla terra: romanzo di Ilaria Tuti
- Il pozzo delle bambole di Simona Baldelli
- Nuoto libero: romanzo di Julie Otsuka
- La sera, il giorno e la notte di Octavia Butler
- Génie la matta di Inès Cagnati
- Disorientale di Négar Djavadi
- La vergogna di Annie Ernaux
- L' evento di Annie Ernaux
- Dolce nero di Charmaine Wilkerson
- L'arte della gioia di Goliarda Sapienza
- Liberi sotto un grande cielo di Emma Slade
- Oliva Denaro di Viola Ardone
- L'acqua del lago non è mai dolce di Giulia Caminito
- In Viaggio con Lisa Morpurgo di Daniela Nipoti
Federica Manzon scrive un romanzo dove l’identità, la memoria e la Storia – personale, familiare, dei Paesi – si cercano e si sfuggono continuamente, facendo di Trieste un punto di vista da cui guardare i nostri difficili tentativi di capire chi siamo e dov’è la nostra casa. «Con Alma Federica Manzon conferma nuovamente la forza della sua penna, una scrittura fine capace di vertigini liriche e di una vividezza rara, che restituisce l’intensità dei temi del romanzo.» - Francesca Peligra per Maremosso Tre giorni dura il ritorno a Trieste di Alma, che dalla città è fuggita per rifarsi una vita lontano, e ora è tornata per raccogliere l’imprevista eredità di suo padre. Un uomo senza radici che odiava il culto del passato e i suoi lasciti, un padre pieno di fascino ma sfuggente, che andava e veniva al di là del confine, senza che si potesse sapere che lavoro facesse là nell’isola, all’ombra del maresciallo Tito “occhi di vipera”. A Trieste Alma ritrova una mappa dimenticata della sua vita. Ritrova la bella casa nel viale dei platani, dove ha trascorso l’infanzia grazie ai nonni materni, custodi della tradizione mitteleuropea, dei caffè colti e mondani, distante anni luce dal disordine chiassoso di casa sua, “dove le persone entravano e se ne andavano, e pareva che i vestiti non fossero mai stati tolti dalle valigie”. Ritrova la casa sul Carso, dove si sono trasferiti all’improvviso e dove è arrivato Vili, figlio di due intellettuali di Belgrado amici di suo padre. Vili che da un giorno all’altro è entrato nella sua vita cancellando definitivamente l’Austriaungheria. Adesso è proprio dalle mani di Vili, che è stato “un fratello, un amico, un antagonista”, che Alma deve ricevere l’eredità del padre. Ma Vili è l’ultima persona che vorrebbe rivedere. I tre giorni culminanti con la Pasqua ortodossa diventano così lo spartiacque tra ciò che è stato e non potrà più tornare – l’infanzia, la libertà, la Jugoslavia del padre, l’aria seducente respirata all’ombra del confine – e quello che sarà.