Nicolas Eymerich (1320-1399) ha scritto, negli anni Settanta del XIV secolo, un'opera che per secoli è rimasta un fondamento delle pratiche "investigative" e processuali della Santa Inquisizione. Da subito è stata copiata ed è circolata in tutta Europa, poi l'invenzione della stampa ne ha permesso una diffusione ancora maggiore. L'opera è spesso citata nei romanzi del Ciclo di Eymerich. In particolare all'inizio del penultimo libro del Ciclo, Eymerich risorge, troviamo l'inquisitore ritiratosi in solitudine proprio per studiare e redigere questa sua opera.
In questa immagine e nella prossima mostriamo i frontespizi di due edizioni pubblicate fra fine '500 e inizio '600. L’edizione del 1585 è interamente consultabile online. Come si può vedere dalle annotazioni manoscritte sul frontespizio, l'esemplare qui presentato, oggi conservato alla Bibliooteca dell'Archiginnasio, apparteneva al Convento di S. Domenico di Bologna. Eymerich faceva parte dell'ordine domenicano ed è stato a lungo Inquisitore Generale del Regno di Aragona.
Le numerose postille presenti nelle pagine interne dimostrano che l'opera era continuamente consultata e serviva ancora, dopo tre secoli, come guida per le pratiche inquisitoriali.
I volonterosi carnefici del papa è il titolo dell’introduzione che Evangelisti scrive per l’edizione italiana dell’opera di Eymerich curata da Louis Sala-Molins, pubblicata da Fanucci col titolo Il manuale dell’inquisitore.
Per un'analisi di come Evangelisti utilizzi la parole del Directorium all'interno dei romanzi consigliamo la lettura dell'articolo Valerio Evangelisti, Eymerich e le parole del Directorium Inquisitorum. Derive e frontiere. Scorribande nella lingua e nei linguaggi di fumetto e fantascienza di Alberto Sebastiani.
Nicolas Eymerich, Directorium inquisitorum F. Nicolai Eymerici Ordinis Praed. Cum commentariis Francisci Pegñae, Roma, Giorgio Ferrari, 1585.
Collocazione: 1. CC. I. 1