Valerio Evangelisti e la storia fatta dal popolo
Selezione per l’incontro “Valerio Evangelisti e la storia fatta dal popolo”, all’interno della Festa Internazionale della Storia.
Lunedì 23 ottobre pre 11.30 - Biblioteca dell’Archiginnasio - Sala dello Stabat Mater
Italo Mereu, Storia dell'intolleranza in Europa (1979)
Valerio Evangelisti ha raccontato di avere incontrato per la prima volta la figura storica di Nicolas Eymerich (in catalano Nicolau Aymerich) nel volume di cui riportiamo la copertina. Mereu dedica alcune pagine a Eymerich in apertura del volume, analizzando le origini dell'Inquisizione e sottolineanco l'importanza di Eymerich nella codificazione e formalizzazione delle pratiche processuali, che rimarranno valide per molti secoli a venire.
Italo Mereu, Storia dell'intolleranza in Europa. Sospettare e punire. Il sospetto e l'Inquisizione romana nell'epoca di Galilei, Milano, A. Mondadori, 1979.
Collocazione: ZANARDI C. 1242
Nicolas Eymerich, Directorium inquisitorum (1585)
Nicolas Eymerich (1320-1399) ha scritto, negli anni Settanta del XIV secolo, un'opera che per secoli è rimasta un fondamento delle pratiche "investigative" e processuali della Santa Inquisizione. Da subito è stata copiata ed è circolata in tutta Europa, poi l'invenzione della stampa ne ha permesso una diffusione ancora maggiore. L'opera è spesso citata nei romanzi del Ciclo di Eymerich. In particolare all'inizio del penultimo libro del Ciclo, Eymerich risorge, troviamo l'inquisitore ritiratosi in solitudine proprio per studiare e redigere questa sua opera.
In questa immagine e nella prossima mostriamo i frontespizi di due edizioni pubblicate fra fine '500 e inizio '600. L’edizione del 1585 è interamente consultabile online. Come si può vedere dalle annotazioni manoscritte sul frontespizio, l'esemplare qui presentato, oggi conservato alla Bibliooteca dell'Archiginnasio, apparteneva al Convento di S. Domenico di Bologna. Eymerich faceva parte dell'ordine domenicano ed è stato a lungo Inquisitore Generale del Regno di Aragona.
Le numerose postille presenti nelle pagine interne dimostrano che l'opera era continuamente consultata e serviva ancora, dopo tre secoli, come guida per le pratiche inquisitoriali.
I volonterosi carnefici del papa è il titolo dell’introduzione che Evangelisti scrive per l’edizione italiana dell’opera di Eymerich curata da Louis Sala-Molins, pubblicata da Fanucci col titolo Il manuale dell’inquisitore.
Per un'analisi di come Evangelisti utilizzi la parole del Directorium all'interno dei romanzi consigliamo la lettura dell'articolo Valerio Evangelisti, Eymerich e le parole del Directorium Inquisitorum. Derive e frontiere. Scorribande nella lingua e nei linguaggi di fumetto e fantascienza di Alberto Sebastiani.
Nicolas Eymerich, Directorium inquisitorum F. Nicolai Eymerici Ordinis Praed. Cum commentariis Francisci Pegñae, Roma, Giorgio Ferrari, 1585.
Collocazione: 1. CC. I. 1
Cesare Carena, Tractatus de officio sanctissimae inquisitionis (1641)
Questo Tractatus ad uso del Tribunale dell'Inquisizione venne pubblicato in prima edizione nel 1636 con titolo leggermente diverso (Tractatus de modo procedendi in causis Sancti Officii). A partire da questa edizione del 1641 il titolo divenne quello qui indicato. L'autore è il giurista Cesare Carena.
Sul frontespizio dell'esemplare qui presentato si nota (evidenziato nel rettangolo rosso e ingrandito a fianco) un altro degli ex libris utilizzati dal Convento di San Domenico di Bologna, a cui l'esemplare apparteneva. Come si può notare, si minaccia la scomunica per chi osi sottrarre il volume dalla biblioteca del convento.
Cesare Carena, Tractatus de officio sanctissimae inquisitionis, et modo procedendi in causis fidei, Cremona, Marco Antonio Belpiero, 1641.
Collocazione: 6. QQ. II. 26
Carlo Havas, La storia della inquisizione
Nel 2010 Evangelisti scrive l'introduzione a una nuova edizione della Storia dell'inquisizione dello storico spagnolo Carlo Havas, pubblicata dalla casa editrice Odoya. Quest'opera era uscita in Italia per la prima volta nel 1932 per l'editore milanese Schor e, dice Evangelisti nella sua introduzione, «non è molto nota». La si può considerare «un testo divulgativo ma diligente, considerate le fonti e le ricerche disponibili a quel tempo». Evangelisti sottolinea anche che quell'edizione degli anni Trenta, per volontà dell'editore e non dell'autore, è arricchita da «un singolare corredo illustrativo: stampe con scene di tortura alternate ad altre raffiguranti fanciulle con pochi veli e in pose allegoriche. Violenza e sesso, per quanto in forma non estrema» (p. 7). Incuriositi, siamo andati a ripescare alcune di quelle immagini - che non sono state riproposte nell'edizione Odoya, comunque riccamente illustrata - che vi presentiamo di seguito.
Carlo Havas, La storia della inquisizione, Milano, Schor, 1932.
Collocazione: 1. G. I. 27
Carlo Havas, Storia della inquisizione, Bologna, Odoya, 2010.
Collocazione: ARPE-BO B. 3293
Carlo Havas, La storia della inquisizione (1932)
Carlo Havas, La storia della inquisizione, Milano, Schor, 1932.
Collocazione: 1. G. I. 27
Luther Blissett, Q: il libro e una mostra
Per ognuno degli incontri del gruppo di lettura abbiamo deciso di suggerire una lettura aggiuntiva, in modo da potere approfondire alcuni argomenti, o fornire una possibilità alternativa a chi abbia già letto il testo di Evangelisti protagonista di quell'incontro o, al contrario, non abbia voglia di farlo. La lettura proposta in parallelo a Il fantasma di Eymerich è Q di Luther Blissett (1999) che nella terza parte - dedicata a un libello eretico di metà '500, Il Beneficio di Cristo - mette in scena l'Inquisizione, la censura libraria e la caccia all'eresia, con tratti consonanti con il Ciclo di Eymerich. Ma tutto il romanzo affronta uno dei temi fondamentali non solo nei romanzi dedicati all'inquisitore, ma in tutta l'opera di Valerio Evangelisti, compresi i suoi lavori di storico: la lotta fra chi esercita il potere - religioso, politico, economico o culturale che sia - in maniera violenta, autoritaria e opportunistica, e chi quel potere lo subisce ma continua a ribellarsi nonostante le ripetute sconfitte.
Nel 2019, in occasione del ventennale dell'uscita di Q e in collaborazione con il collettivo Wu Ming che di Luther Blissett è "l'erede", presso la Biblioteca dell'Archiginnasio si è tenuta una mostra dedicata al romanzo, dal titolo Come un incendio d'estate secca e ventosa. Vent'anni di Q, un libro rivoluzionario tra storia della stampa e Riforma. In esposizione libri, illustrazioni, documenti che venivano citati o evocati nel romanzo e che erano conservati in biblioteca. La mostra è oggi visitabile nella sua versione online. Fra le molte cose presenti nelle pagine della mostra, segnaliamo il video integrale dell'incontro di inaugurazione tenutosi il 4 giugno 2019 nella Sala dello Stabat Mater, con la presenza di Wu Ming e di due dei più importanti storici mondiali, Carlo Ginzburg e Adriano Prosperi, che al Beneficio di Cristo avevano dedicato un volume fondamentale, Giochi di Pazienza. Un seminario sul Beneficio di Cristo (Einaudi, 1975), che aveva fornito la traccia storico-narrativa per la terza parte di Q.
A sinistra:
Locandina della mostra Come un incendio d'estate secca e ventosa. Vent'anni di Q, un libro rivoluzionario tra storia della stampa e Riforma, Biblioteca dell'Archiginnasio di Bologna, 4 giugno-3 novembre 2019. È disponibile gratuitamente online il catalogo della mostra.
A destra:
Luther Blissett, Q, nuova ed., Torino, Einaudi, 2000.
Collocazione: 20. G. 1713
Encyclopédie. Marine, suite de planche XX : Pavillon des corsaires (1772)
Fra le tante bandiere spunta un pavillon des corsaires. Probabilmente questa è una bandiera inalberata da corsari barbareschi, trovandosi insieme ad altre bandiere di stati musulmani, ma vi si può riconoscere il teschio con le ossa incrociate che decora anche la Joulie Rouge (o Jolly Roger che dir si voglia) dei pirati caraibici.
Planches pour l’Encyclopédie ou pour le Dictionaire raisonné des sciences des arts libéraux, et des arts méchaniques avec leur explication. Tome 7: Marine, Lucca, Vincenzo Giuntini, 1772.
Collocazione: 16. m. I. 34
Ritratto di Hernán Cortés
Il più famoso fra i conquistatori del Messico, più volte evocato nei romanzi di Evangelisti.
Ferdinando Cortés. Cavato da un Originale fatto innanzi ch’ei si portasse alla conquista del Messico, appresso il Gatti.
Collocazione: GDS. Collezione dei Ritratti, cart. 16, fasc. 81, n. 2
Riscatto dalla schiavitù di Giovanni Seguassi, cittadino bolognese (1735)
La storia di Dago citata nell’immagine precedente è stata la storia di tanti cristiani che si sono ritrovati schiavi in paesi musulmani, spesso catturati in seguito a conflitti navali (così come naturalmente vale il discorso contrario...). Questa sorte è toccata anche a numerosi cittadini bolognesi, che per vari motivi si trovavano arruolati nelle flotte degli stati europei. A Bologna era l’Arciconfraternità di Santa Maria della Neve che si occupava di gestire il riscatto di questi schiavi. Per molti di questi cittadini riscattati e rientrati in Italia, veniva stampato un opuscolo in cui venivano ricapitolate sia le operazioni che avevano portato al riscatto, sia le peripezie in seguito alle quali il cittadino si era ritrovato in schivitù.
Particolarmente interessante e rocambolesca è la storia di Giovanni Seguassi, riscattato nel 1734 dopo una schivitù di soli due anni, però molto movimentati e tormentati. Catturato dopo un conflitto navale - essendo lui bombardiere su una nave spagnola - Seguassi rifiutò di rinnegare la fede cristiana, finì in catene e rischiò di morire arso vivo nell’incendio di una nave. Subì diverse violenze ed ebbe molte avventure: ancora una volta il resoconto storico gareggia con le avventure da romanzo.
«L'asino», 12 gennaio 1902
«L’asino è il popolo: utile, paziente, bastonato», 12 gennaio 1902.
Collocazione: BUSSOLARI B. 218
«Il mulo», 10 novembre 1907
Anche de «Il mulo» presentiamo una selezione di pagine, con alcuni riferimenti alle vicende del secondo romanzo.
«Il mulo. Periodico settimanale anticanagliesco», 10 novembre 1907.
Collocazione: G. 62. SALA 19
Imola, «La lotta» (11 maggio 1919)
Il 1919 è un anno fondamentale sia per la vita pubblica italiana - si fanno strada i Fasci di combattimento, l’impresa di Fiume accende gli animi nazionalisti rappresentati dalla compagnia degli Arditi, il Partito socialista cresce sempre di più, il clima è sempre più rovente, nelle aule della politica ma soprattutto nelle strade - sia per gli avvenimenti privati dei personaggi di Chi ha del ferro ha del pane, che si ritrovano in buona parte a Imola. A partire dal capitolo 56, Imola la rossa, inizia una sezione del romanzo intitolata Città turbolenta, che copre i capitoli 56-60. Nei capitoli 60-63 si verificano alcuni avvenimenti pubblici fondamentali a cui i personaggi del romanzo partecipano in prima persona scendendo nelle piazze per protestare, anche a costo della loro incolumità. Possiamo “recuperare” questi avvenimenti nelle cronache del giornale socialista imolese «La lotta» (a cui si contrappone, in città, il periodico cattolico «Diario»). In questa e nelle prossime immagini potete vedere la prima pagina di alcuni numeri del giornale socialista che raccontano gli eventi presenti nel romanzo. Qui è possibile consultare interamente questi numeri.
In questa prima immagine vediamo un resoconto dell’imponente manifestazione del 1° maggio, raccontata al capitolo 60, L’insurrezione.
«La lotta. Giornale socialista», 11 maggio 1919.
Collocazione: G. 7. Sala 19
Guida programma del circuito di Bologna (1908)
Automobile Club, Guida-programma del circuito di Bologna, 6-7 settembre 1908, Bologna, E. Chappuis, [1908?].
Collocazione: 17. U. VI. 44
Francesco Monpria, Il delitto di Via Belle Arti (1932)
Bologna non compariva sulla mappa del poliziesco italiano fino all’arrivo in libreria dell’Ispettore Sarti Antonio di Loriano Macchiavelli, nel 1974. Ma un caso di giallo ambientato sotto le Due Torri lo si era già avuto nel 1932. Si tratta di Il delitto di Via Belle Arti di Francesco Monpria. Una storia che si snoda tra i vicoli e le botteghe del centro (con una puntata a Firenze) e che vede protagonista la borghesia petroniana ma anche un giovane popolano. Un’atmosfera di aperta adesione al Fascismo, se non di propaganda, con un tono ironico nei confronti del genere che si nota fin dal sottotitolo: Romanzo giallognolo bolognese. Proprio l’ironico riferiemnto al genere “giallo”, ci fa capire che nel 1932, a soli tre anni dalla nascita de I Libri Gialli di Mondadori, la terminologia “cromatica” per identificare il genere era già entrata nell’uso e condivisa dai lettori.
L’invito è a leggerlo, ma un breve riassunto lo si trova nella scheda che affianchiamo al frontespizio, firmata da Carlotta Sgubbi e tratta dal già citato Le figure del delitto. Il libro poliziesco in Italia dalle origini a oggi, a cura di Renzo Cremante, [Casalecchio di Reno], Grafis, 1989.
Francesco Monpria, Il delitto di via belle arti. Romanzo giallognolo bolognese, Bologna, G. Galleri, 1932.
Collocazione: 17*. AA. 1690
Augusto Guido Bianchi, Autopsia di un delitto (1904)
Il tentativo di ricostruzione scientifica del delitto - e quindi di arrivare alla soluzione con le armi della logica - è evidente nell’utilizzo della tavola che mostra le ferite riscontrate sul corpo della vittima.
Augusto Guido Bianchi, Autopsia di un delitto. Processo Murri-Bonmartini, Milano, Libreria editrice Nazionale, 1904.
Collocazione: RABBI. E. 647
Giuseppe Guidicini e Domenico Ramponi, Esecuzione della Giustizia di Forca
Vale la pena per noi soffermarsi su Gli sbirri alla lanterna anche perché molte delle fonti utilizzate da Evangelisti sono documenti unici che fanno parte del patrimonio dell’Archiginnasio. Il primo che vediamo è il manoscritto B. 2329, in cui si trova l’acquarello dal quale è tratto il dettaglio utilizzato per la copertina dell’edizione DeriveApprodi vista nell’immagine precedente. Ecco una sintetica descrizione del manoscritto, acquistato nel 1873 dall’allora direttore dell’Archiginnasio Luigi Frati, tratta dall’introduzione di Pierangelo Bellettini al volume in cui il lavoro di Guidicini e Ramponi è stato pubblicato a stampa:
«Nel 1818, il cinquantacinquenne Giuseppe Guidicini affidava al pittore Domenico Ramponi [...] il compito di documentare col disegno i Vestiari, usi, costumi di Bologna cessati nell’anno 1796. Il suo intento era fondamentalmente storico [...] Lo muoveva l’esigenza [...] di fissare sulla carta il mondo in cui era cresciuto e vissuto fino ai suoi 33 anni [...], mondo che aveva dovuto subire profondi cambiamenti nel ventennio, prima giacobino, poi repubblicano, infine napoleonico, iniziatosi con l’ingresso a Bologna delle truppe rivoluzionarie francesi il 19 giugno 1796» (p. 9).
Nell’edizione a stampa il lavoro congiunto di Guidicini e Ramponi viene definito «Un eccezionale fotoreportage dal passato». Per la sua fondamentale importanza di fonte storica, l’Archiginnasio ha digitalizzato il manoscritto B. 2329, che può essere consultato integralmente online.
Questo disegno, dal titolo Esecuzione della Giustizia di Forca, in particolare nel dettaglio macabro del boia e del suo assistente che spingono e tirano verso il basso il corpo appeso per affrettarne la morte, fa pensare ai passi in cui Evangelisti si sofferma sulla crudeltà austriaca nelle esecuzioni capitali. Nel capitolo 11 di Gli anni del coltello si descrive un nuovo metodo di impiccagione:
«Il “paletto” era il modo di impiccare introdotto di recente dagli austriaci. A differenza della forca tradizionale, il condannato non era appeso a una trave parallela al suolo. Il cappio pendeva da un palo e veniva aggiustato al collo della vittima dal boia, salito in cima su una scaletta. Il resto del compito era eseguito dal “tirapiedi”, l’assistente del carnefice. Questi tirava il prigioniero per le caviglie, fino a strangolarlo» (p. 74).
Dalla scena disegnata da Ramponi al paletto descritto da Evangelisti sono passati più di 50 anni, ma la crudeltà con cui i governanti puniscono chi infrange la legge - in entrambi i casi si tratta di impiccagioni di prigionieri “politici” - non è mutata.
Vestiari, usi, costumi di Bologna cessati nell’anno 1796. Raccolti da Giuseppe Guidicini nel MDCCCVIII.
Collocazione: BCABo, ms. B. 2329