Con Francesca Lucchi, Salvatore Iaconesi e Oriana Persico, Marco Boscolo, Alessandro Rossi , Gaspare Caliri, Mauro Bigi
Civic engagement tra dati freddi e dati caldi per una transizione ecologica
Moderazione a cura di Marco Boscolo di Formicablu
La partecipazione della collettività nelle scelte che determinano le politiche in materia ambientale porta con sé tutte le potenziali criticità della partecipazione in senso lato. Ci sembra interessante sottoporre all’attenzione del decisore pubblico alcuni esperimenti in cui la cittadinanza, più che prendere parte a processi partecipativi, è resa consapevole della sua potenzialità nel generare la base di dati in base ai quali prendere decisioni.
Non pensiamo solo a dati quantitativi, ma anche ad alcune pratiche, ancora poco diffuse, ma molto promettenti, che chiedono alla cittadinanza di mettersi in gioco in maniera proattiva per creare un dataset complesso che comprende big data e dati qualitativi, a partire dai cosiddetti warm data, dati relazionali e contestuali che permettono di introdurre nel corpus di analisi anche percezioni della collettività.
Partiremo da due casi singoli, una a Cesena, una a Bologna, e dall’esperienza di un centro di ricerca.
Il primo esperimento, a Cesena e nell’Unione dei Comuni Vallesavio, è stato quello di E pur ti muovi, campagna di coinvolgimento in periodo pandemico che ha permesso di raccogliere 450 questionari qualitativi in cui è stato chiesto alle persone di osservarsi e raccontare i propri rituali e le proprie abitudini di mobilità sostenibile. In questo modo, il progetto ha permesso di profilare in maniera qualitativa quei soggetti già “all’ultimo miglio” del cambiamento delle abitudini di mobilità verso una sfera più sostenibile da un punto di vista ambientale.
In entrambi i casi, i progetti non partono dal definire la cittadinanza in base a categorie statistiche (età, genere, reddito, ecc.) ma partono dalle persone in quanto osservatori che permettono di generare la realtà da analizzare. In questo approccio, che viene detto costruttivista, la cittadinanza partecipa della complessità del mondo e delle decisioni nel momento più cruciale: quello iniziale, in cui il corpus di analisi e di interpretazione viene creato.
Parleremo poi della sperimentazione bolognese legata all’Assemblea cittadina per il clima come nuova modalità di dialogo tra i cittadini e con le istituzioni per definire nuove policy attraverso un percorso basato su dati e conoscenze condivise e delle potenzialità di questi esperimenti di non rimanere “solo” buone pratiche ma di generare insegnamenti a tutti i Comuni, a diverse scale.
Infine ascolteremo l’esperienza del centro di ricerca HER: She Loves Data, attraverso brevi narrazioni di 3 progetti.
Il primo è in Brasile, a San Paolo, con quello che hanno chiamato Museo in Tempo Reale della Città: un museo del SESC ospita enormi visualizzazioni dei dati della città che diventano un punto di incontro per cooperare nel fronteggiare la disastrosa crisi dell’acqua in città del 2015. I dati come bene comune e come cultural heritage.
Il secondo è a Bologna, con l’allora Urban Center, in cui una etnografia peer-to-peer prende forma fisica tramite delle visualizzazioni pubbliche e viene utilizzata in città per osservarsi dal punto di vista delle politiche della collaborazione.
La terza è Human Architecture, a Venezia, durante la passata Biennale di Architettura, nel Padiglione di Venezia, in cui la raccolta di dati espressivi dal vivo e sui social viene trasformata una grande opera d’arte attorno a cui organizzare eventi e workshop in città per concepire nuovi modi di affrontare la questione forse più scabrosa della città, ovvero la coesistenza dei cittadini e dei cittadini temporanei, cercando nuovi modelli.
Dei 3 progetti sono disponibili 3 pubblicazioni che le persone possono scaricare e consultare per ottenere dati e informazioni estensive.
Il passaggio dalla Digital Urban Acupuncture al Nuovo Abitare, in cui iniziano tutta una serie di nuovi progetti – dalla Datapoiesis, alla Data Meditation, alle sculture di dati del fiume Oreto a Palermo, ad Antitesi e le sue IA che si innamorano delle piante per combattere il cambiamento climatico –, coincide con una completa trasformazione dei metodi e degli strumenti, e dei rapporti con le persone e con l’ambiente.