Per un’antropologia oltre l’umano di Eduardo Kohn
Con Tarcisio Lancioni, Maurizio Corrado , Gaspare Caliri
“I segni non sono una questione esclusivamente umana. Tutti gli esseri viventi comunicano attraverso segni. […] Il nostro statuto d’eccezione non è la fortezza che pensavamo di occupare. Un’antropologia che si concentri sulle relazioni che noi umani intratteniamo con gli esseri non umani ci spinge a fare un passo oltre l’umano.”
Così Eduardo Kohn, al termine del capitolo introduttivo di Come pensano le foreste, libro pubblicato nel 2013 e oggi finalmente tradotto in italiano grazie ai tipi di Nottetempo (come, qualche anno fa, l’imperdibile La caduta del cielo di Davi Kopenawa e Bruce Albert).
All’interno di Resilienze prosegue il percorso, tra filosofia e antropologia, di problematizzazione del rapporto tra natura e cultura e tra umano e non umano.
Dopo aver parlato di prospettivismo (tramite la produzione di Eduardo Viveiros De Castro) e di Actor-network Theory (con La sfida di Gaia di Bruno Latour), in questo incontro affrontiamo un lavoro denso ma accessibile che innesta reciprocamente etnografia (presso la foresta di Avila, in Ecuador) e semiotica (a partire dal lavoro pionieristico di Charles Sanders Peirce), per capire cosa l’ecosistema della foresta può insegnarci a proposito del nostro statuto “speciale” nel mondo, sulla strada di un’antropologia che va oltre la distinzione tra umano e non umano e semmai sottolinea l’importanza di occuparsi di tutti gli esseri viventi.
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Bookshop a cura di Confraternita dell’Uva