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copertina di Alessandro Berti

Alessandro Berti

Voci dal verbo LEGGERE | qualche domanda su libri e letture a Alessandro Berti in occasione dei tre spettacoli ‘Black Dick’, ‘Negri senza memoria’ e ‘Blind Love’ in scena al Teatro Arena del sole/Teatro delle Moline | ERT.

Che ruolo hanno libri e lettura per te, qual è il tuo rapporto con la parola scritta e le immagini e con l’oggetto libro/pubblicazione? 
I libri mi hanno salvato la vita, senza i libri sarei morto, o almeno sarei una persona diversa. Non riesco a pensare alla mia adolescenza senza i libri. La biblioteca Panizzi di Reggio Emilia è stata la mia seconda casa. Ma anche le biblioteche di quartiere. Non mi fermavo poi in biblioteca, prendevo i libri, li mettevo nello zaino, e in bici uscivo dalla città, lungo un canale, verso le colline, trovavo un’ombra e mi mettevo a leggere. D’inverno invece li portavo a casa. Camera mia era piena di libri. Peggio della stanza di Hanta, nel romanzo di Hrabal. Andavo nelle librerie a metà prezzo, negli anni 80, da ragazzino, quando volevo cercare qualcosa da spendere poco. O in biblioteca, quando volevo leggere testi preziosi, che non potevo permettermi. Da ragazzo uno ha pochi soldi, gli unici luoghi al chiuso dove non si pagava erano le biblioteche e le chiese: sono i luoghi in cui sono cresciuto. Anche adesso i libri sono tutto per me. La lettura è una parte imprescindibile della mia vita. Non c’è niente che le si possa paragonare. Le immagini mi stancano. L’esperienza sonora anche. Solo la parola scritta mi nutre, la parola densa, pensata e ripensata, scritta e riscritta, da leggere e rileggere, mi consola, mi dà un’idea di tempo che mi rispecchia, tempo di cura cocciuta, come il tempo di un giardiniere, di un pittore. Forse solo il canto, la voce cantata, la memoria delle corde vocali lungo gli anni, è un’esperienza paragonabile alla memoria della scrittura, alla densità delle frasi scritte. La voce di Nina Simone è già un libro, per dire. Ma la voce è comunque più esile, almeno la gran parte di voci, la parola scritta è permanente, o almeno io la sento come tale. Forse ha a che fare con l'oggetto libro, la carta, questo oggetto dato sempre per morente, per morto, e che si avvicina sempre più se non a una morte, certamente a una riduzione di presenza. L'oggetto libro è un medium che è anche, in sé, qualcos'altro, un fine, quando ciò che contiene sono parole preziose, diventa un altare, anche fisico, un tabernacolo. Anche la materialità del mezzo conta, nell'esperienza di fruizione. A me piace sfogliare on line vecchi libri cartacei, tipo su openlibrary, dove almeno un po' ritrovo l'esperienza della pagina stampata, mentre non sono ancora arrivato al kindle.

Quali sono i testi significativi nella tua formazione?
Romanzi, soprattutto, e poesia, da ragazzo. Tra gli scrittori di romanzi sicuramente, in ordine di tempo, c’è Kundera, che negli anni di liceo è stato importante. Poi Bernhard, Cèline, Jean Genet, Uwe Johnson, Antonio Lobo Antunes, Hrabal, Inge Bachmann, Danilo Kis, Norman Manea, Roberto Bolaňo… 
Mi accorgo che parlo di autori, non di testi. Perché se un autore mi piace poi leggo e rileggo tutto.
Anche per la poesia parlerei proprio solo di autori: da ragazzino ho amato moltissimo Penna, Caproni, Bertolucci (Attilio eh), Pasolini (che poi, come coi padri, non ho più sopportato)...

Biblioteche, archivi, librerie, rete: dove cerchi parole e immagini, volumi e riviste, fumetti utili per le tue ricerche?
Biblioteche, reali e virtuali, ma libri, principalmente. Una ricerca può partire dal web ma poi ho bisogno di libri. I libri sono sempre al centro. Anche quando leggo cose diverse dal tema che tratterò, cose proprio per divagare, è sempre un libro, un oggetto di carta, a essere al centro di tutto.

Lettura come stimolo, approfondimento, per documentarsi, per distrarsi…? Tu come la pratichi?
Come avrete capito, io sono dipendente dalla lettura, c'è sempre un motivo per leggere. Da ragazzino la biblioteca chiamò a casa e rispose mia madre. Era arrivato un libro, a quanto pare molto raro, che avevo richiesto. Loro dissero: 'è arrivato il libro che ha richiesto suo marito', ma mio padre leggeva solo Tuttosport quindi mia madre si insospettì. Poi venne fuori che era un libro di critica letteraria e lei capì che ero stato io. Le bibliotecarie non ne furono troppo convinte, ma insomma… ero addicted già allora. Anche ora leggo di sera, leggo di notte se non dormo, leggo in treno, leggo su una sedia scomodissima, leggo in piedi, ma il meglio è, dalla primavera all'autunno, leggere all'aperto. E' il mio piacere massimo. Con una birra, se leggo Hrabal o Erofeev, o un bicchiere di vino, se leggo Consolo o la Cialente… Mi accorgo che qui sto andando sul godereccio, è sconveniente, estetismo decadente… Va bene, anche senza alcool, con la brezza. Adesso, coi primi caldi, è fantastico, sotto il rusticano in fiore, qua davanti, un bel racconto di Brodkey, di Dylan Thomas...

Quali sono le letture che hanno contribuito al tuo percorso artistico e, nello specifico, al processo creativo per la produzione di questi tre spettacoli? Quali libri, riviste, fanzine, fumetti si accumulano sul tuo tavolo di lavoro?
La ricerca di Ann Laura Stoler è stata il punto di inizio, poi i lbri di bell hooks, poi James Baldwin, poi The Grass is Singing di Doris Lessing, poi Cleaver, Malcolm X....Questo per Black Dick. Ho fatto molta ricerca anche sul web. Tutta la parte del porno è roba mia, ricerca originale, a partire da qualche articolo su The Root, The Undefeated, Black Voices, Rolling Out e altri portali del genere, o anche The New Yorker o The Nation, poi approfonditi da me in qualche mese di lavoro. Come riviste italiane: Una Città, Gli Asini… . Fumetti zero, non è proprio il mio campo. Per Negri senza memoria sono partito dalle ricerche del gruppo di sociologi italoamericani guidati da Jennifer Guglielmo e Salvatore Salerno, che hanno scritto Gli italiani sono bianchi? il bel libro del Saggiatore di qualche anno fa. Poi ho approfondito quel che mi interessava via web. Per Blind Love invece sono partito da Fanon, un classico, sia Peau Noire che Les Damnèes, per arrivare ai cosiddetti afropessimisti di oggi: Frank Wilderson, Sadyia Hartman e soprattutto la grande Hortense Spillers. Passando per Toni Morrison, ancora Baldwin, Cesaire, Glissant, Mbembè..

Tieni dei libri, fumetti, riviste in casa? Se si, ci racconti brevemente come è o non è organizzata la tua libreria?
Ho fatto una trentina di traslochi. Solo una minima parte dei libri che mi hanno accompagnato sono ancora in mio possesso. La grande maggioranza l'ho presa in prestito in biblioteca. Ma ogni volta, nei tre anni in media che resisto nella stessa casa, compro libri, che poi regalo a biblioteche, scambio o trasloco. Quindi anche ora, che statisticamente dovrei essere sul punto di traslocare, sono qui già da tre anni, un tre quattrocento libri anche in questa casa li ho accumulati, non ho resistito. Divisi così: nella camera dei bambini, trai loro libri, ci ho ficcato la sezione young adults, che loro ancora non leggono, o non leggeranno mai...Ma sicuramente il grande tra un po' forse si accorgerà che sul dorso del Chiodo Fisso di Burgess svettano delle immagini di profilattici, e ne sarà incuriosito… . Sotto, invece è il regno del piccolo: Leo Lionni, Pimpa, Attilio… Sopra, nella mansarda, c'è il grosso, diviso per amore: a portata di occhio quelli che devo vedere prima, che devo essere certo siano ancora là, sennò mi crolla tutto addosso, mi sento solo: Piotrus di Lipski, Bruno Schulz, Dylan Thomas, Migrazioni di Crnjanski, Dolori Precoci di Kis...Poi la sezione afroamericana: Ellison, Baldwin, Toomer… Poi tutto il resto, con una sezione ecologia che si sta ingrandendo: la Carson, Viveiros de Castro e i miei classici sulla wilderness, Snyder, Muir, Aldo Leopold..

Hai dei consigli di lettura da suggerire?
Ah beh, quelli che vuoi. Anzi tutti quelli di cui ho parlato sono consigli di lettura. Credo che, sui temi di Bugie bianche sarebbe importante rileggere i due saggi di Baldwin, Questo mondo non è più bianco e Nessuno sa il mio nome, e le non tradotte, splendide, Conversations with James Baldwin. Anche Toni Morrison, scrittrice immensa. E poi Ellison, un altro dimenticato, Uomo invisibile in particolare ma anche Juneteenth, e i suoi saggi. Poi riprendere i martinicani, in particolare l'epica creola, almeno Texaco di Chamoiseau. L'altro mio grande interesse di questi ultimi dieci anni è l'ambiente, le storie di resistenza e di catastrofe, della biosfera, nella biosfera. Siamo ancora all'inizio, in questo turn dell'immaginario, ma una scrittrice come Louise Erdrich, ad esempio, ha il tono giusto, oltre a Cormac McCarthy, certo. Ma quì c'è ancora molto da leggere, e molto da scrivere…


Tre gli spettacoli in scena a Bologna in cartellone per ERT Emilia Romagna Teatro Fondazione: Black Dick dal 29 marzo al 3 aprile e Negri senza memoria dal 5 al 9 aprile al Teatro delle Moline, Blind Love dal 27 aprile al 8 maggio al Teatro Arena del sole. 


Alessandro Berti è nato a Reggio Emilia agli inizi degli anni settanta. E' drammaturgo, regista e attore dei propri spettacoli. Dopo la Scuola del Teatro di Genova, negli anni 90 ha fondato e diretto L'Impasto Comunità Teatrale, assieme a Michela Lucenti. Trai suoi testi e spettacoli ricordiamo Skankrer (1996), Terra di Burro (1997), Trionfo Anonimo (1999), L'Agenda di Seattle (2001), Il Quartiere (2002), Confine (2006), L'abbandono (2009), Combattimento spirituale davanti a una cucina ikea (2011, premio I Teatri del Sacro), Un Cristiano (2013), Leila della Tempesta (2016) e la trilogia Bugie Bianche (2018-22). Ha ricevuto il Premio Gherardo Gherardi per il suo Teatro In Versi (2002) e il Premio Riccione per l'innovazione drammaturgica (2021).
www.casavuota.it


Puoi trovare libri/letture segnalate da Alessandro Berti disponibili al prestito presso le biblioteche di Bologna, al prestito digitale su EmiLib/MedialibraryOnline e in vendita nelle librerie.

Nella foto, il tavolo di lettura/studio di Alessandro Berti .