Francesco Monpria, Il delitto di Via Belle Arti (1932)
Francesco Monpria, Il delitto di Via Belle Arti (1932)

Bologna non compariva sulla mappa del poliziesco italiano fino all’arrivo in libreria dell’Ispettore Sarti Antonio di Loriano Macchiavelli, nel 1974. Ma un caso di giallo ambientato sotto le Due Torri lo si era già avuto nel 1932. Si tratta di Il delitto di Via Belle Arti di Francesco Monpria. Una storia che si snoda tra i vicoli e le botteghe del centro (con una puntata a Firenze) e che vede protagonista la borghesia petroniana ma anche un giovane popolano. Un’atmosfera di aperta adesione al Fascismo, se non di propaganda, con un tono ironico nei confronti del genere che si nota fin dal sottotitolo: Romanzo giallognolo bolognese. Proprio l’ironico riferiemnto al genere “giallo”, ci fa capire che nel 1932, a soli tre anni dalla nascita de I Libri Gialli di Mondadori, la terminologia “cromatica” per identificare il genere era già entrata nell’uso e condivisa dai lettori.

L’invito è a leggerlo, ma un breve riassunto lo si trova nella scheda che affianchiamo al frontespizio, firmata da Carlotta Sgubbi e tratta dal già citato Le figure del delitto. Il libro poliziesco in Italia dalle origini a oggi, a cura di Renzo Cremante, [Casalecchio di Reno], Grafis, 1989.

 

Francesco Monpria, Il delitto di via belle arti. Romanzo giallognolo bolognese, Bologna, G. Galleri, 1932.

Collocazione: 17*. AA. 1690