Cinque donne eccezionali, cinque voci del Novecento che per un’ultima volta prendono la parola, senza diritto di replica. In Un’ultima cosa, Concita De Gregorio porta in scena un’orazione funebre potente e intima, scritta con le parole vere di Dora Maar, Amelia Rosselli, Carol Rama, Vivian Maier e Lisetta Carmi. Donne spesso rimaste ai margini, nell’ombra o all’ombra di qualcuno, ma capaci di lasciare una traccia incancellabile attraverso la fotografia, la poesia, la pittura, la musica, l’arte.
Concita ha studiato le loro vite, ha ascoltato i loro silenzi, ha ricostruito il loro lessico, fino a farle parlare. Le voci delle protagoniste sono riscritte come se potessero, un attimo prima di uscire di scena, voltarsi verso il pubblico e dire: “Ah. Resta da dire un’ultima cosa”.
Il risultato è un testo di invettive poetiche, risarcitorie, appassionate, costruito con parole realmente pronunciate o scritte in vita da queste donne e, in alcuni casi, con le parole che altri hanno detto di loro, per amarle o per ferirle.
Accanto a Concita, sul palco c’è la voce limpida e ancestrale di Erica Mou, cantautrice pugliese che accompagna lo spettacolo con canti, ninna nanne e controcanti eseguiti dal vivo. Le sue musiche dialogano con la parola scritta e con lo spazio scenico ideato da Vincent Longuemare, fatto di geometrie luminose che creano un’atmosfera sospesa e profonda.
Un’ultima cosa è un rito laico di restituzione. Una cerimonia teatrale in cui le parole tornano a vivere, per dare voce a chi non l’ha mai davvero avuta. È teatro, poesia, musica, memoria. È l’arte femminile che finalmente si mostra per ciò che è sempre stata: luminosa, libera, viva.
Teatri di Bari | Rodrigo, Savà Produzioni Creative
Concita De Gregorio, Erica Mou
Un’ultima cosa
Cinque invettive, sette donne e un funerale
di Concita De Gregorio
musica live Erica Mou
regia Teresa Ludovico
spazio scenico e luci Vincent Longuemare
cura della produzione Sabrina Cocco
giovedì 19 febbraio 2026, ore 21.00
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