logo Patto per la lettura
copertina di Lorenzo Mari

Lorenzo Mari

Voci dal verbo LEGGERE | in occasione della pubblicazione del libro, Il taccuino dell’intellettuale. Disegno e narrazione nell’opera di John Berger (Mimesis, 2020) qualche domanda su libri e letture a Lorenzo Mari | novembre 2020

​Ci racconti brevemente da cosa sei partito e quali letture ti hanno principalmente guidato nel processo complessivo? 
Attraversando molte arti (letteratura, disegno, pittura, scultura, architettura, fotografia e cinema), l’opera di John Berger presenta uno spettro così ampio che la scelta di un punto di accesso risulta abbastanza facile. Una volta entrati, poi, non è frequente volerne uscire: conosco moltissimi lettori affezionati di Berger, e nessuno che l’abbia rinnegato! Nel mio caso, il primo libro di Berger che ho letto è stato Abbi cara ogni cosa (Fusi Orari, 2007), una raccolta di saggi oggi di scarsa reperibilità (al contrario di molte altre opere di Berger, ripubblicate recentemente, tra gli altri, dal Saggiatore o da Neri Pozza, per la traduzione e cura, sempre amorevole, di Maria Nadotti).

Poi, nello scrivere del suo rapporto con il disegno per il mio saggio, mi sono soffermato su alcune delle sue opere più recenti: Perché guardiamo gli animali? (Il Saggiatore, 2016), Da A a X (Scheiwiller, 2009) e Il taccuino di Bento (Neri Pozza, 2011). E poi non posso dimenticare un libretto dedicato alla città nella quale vivo, La tenda rossa di Bologna, pubblicata in italiano dalla Libreria Modo Infoshop…

Che ruolo hanno libri e lettura per te?
Vitale e al tempo stesso dogmatico. E non c’è modo migliore, per evitare che la vita finisca nei libri o per evitare di idolatrare i libri e la lettura, che leggere un buon libro che aguzzi l’ingegno…
Battute a parte, leggo anche molta poesia, e questa, nella sua tradizionale connessione intima con il canto, o il ritmo, mi porta anche ad ascoltare molta musica. Ed è forse la musica, e non la letteratura, l’arte alla quale sono più legato, come ascoltatore.

Quali sono i testi significativi nella tua formazione?
A parte Abbi cara ogni cosa di John Berger, cito solo i libri che ho amato nel periodo della mia (prima) formazione: Cent’anni di solitudine di Gabriel García Márquez, Orlando di Virginia Woolf, Viaggio al termine della notte di Céline, Altri libertini di Pier Vittorio Tondelli, Mappe di Nuruddin Farah, la poesia di Antonio Porta, Amelia Rosselli e della mia insegnante di liceo, poeta, Elia Malagò... ma di sicuro sono molti altri ancora.

Biblioteche, archivi, librerie, web: dove cerchi parole e immagini, volumi e riviste utili per le tue ricerche? 
Biblioteche e librerie, senza soluzione di continuità. Gli archivi, invece, non fanno per me, né io per loro.

Lettura come stimolo, approfondimento, studio, per documentarsi, per distrarsi…? Tu come la pratichi?
Tutto questo e anche come modo per resistere alla letteratura stessa, nel senso dispregiativo del termine, cioè a quell’approccio dogmatico alla produzione culturale che dicevo prima e che talvolta rischia di ripiegarsi su se stesso, senza possibilità di sintesi.

Quali sono le letture che contribuiscono al tuo percorso creativo durante lo studio/scrittura? Quali libri, riviste, fanzine si accumulano sul tuo tavolo di lavoro?
A parte, di nuovo, l’opera di John Berger, leggo molta saggistica (includendo anche gli articoli di approfondimento sui maggiori lit-blog nazionali e in lingua inglese) e poesia. Sul mio tavolo di lavoro si accumulano molti libri diversi, ma quel che non può mancare sono, di nuovo, i dischi e le riviste di musica.

Hai dei consigli di lettura da suggerire?
Tra i libri letti ultimamente, mi sentirei di consigliare La carta da parati gialla di Charlotte Perkins Gilman, recentemente riedito dalle edizioni Galaad, I rifugi della memoria di José Luís Cancho, uscito per Arkadia, Radical choc, l’ultimo saggio di Raffaele Alberto Ventura uscito per Einaudi, e, naturalmente, OPERA di Adriano Spatola, raccolta completa della sua poesia che l’associazione Diaforia ha recentemente dato alle stampe, colmando un pluridecennale vuoto nell’editoria nazionale. Anche qui, molti altri sono i nomi, ma ora finisco ad esempio di scrivere qui e vado a cercare in libreria Il diario dell’eroe di Gilberto Centi, fresco di stampa per le edizioni Pendragon, per la cura di Vincenzo Bagnoli…!


Lorenzo Mari è nato a Mantova nel 1984. Vive a Bologna. Ha pubblicato libri di poesia ed è presente in alcune antologie. Insieme a Lorenzo Cimmino, ha curato DKMO (Il Girovago, 2016), antologia letteraria e catalogo artistico intorno ai temi del respingimento.Ha curato un’antologia di saggi accademici, Subalternità italiane. Percorsi di ricerca tra letteratura e storia (Aracne, 2014) e traduce dall’inglese e dallo spagnolo. Dirige la collana “L’Altra Lingua”, dedicata alla poesia dialettale e in traduzione, della casa editrice L’Arcolaio.

Puoi trovare libri/letture segnalate da Lorenzo Mari disponibili al prestito presso le biblioteche di Bologna, al prestito digitale su EmiLib/MedialibraryOnline e in vendita nelle librerie.