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Gruppo di lettura

Il Borgo dei libri

Contatti Biblioteca Borgo Panigale, via Legnano 2, 40124 Bologna bibliotecaborgopanigale@comune.bologna.it Sito web

Dal giallo allo storico, al romanzo distopico, tutti i generi: il Borgo dei libri è un gruppo di lettura che non si pone limiti

Lettrici e lettori eterogenei, per storie personali, gusti, interessi e questi background, così sfaccettati hanno portato nel tempo a un allargamento degli orizzonti trovando nuovi stimoli.

Il gruppo di lettura è uno spazio aperto dove lettori e lettrici sono liberi di  confrontare opinioni, condividere sentimenti, vissuti, esperienze personali e curiosità.

L’appuntamento mensile, a volte accompagnato da qualche dolcetto, dopo fatiche lavorative e impegni familiari, diventa un’esperienza irrinunciabile, “una cosa che sento mia”.

Come ha detto una delle partecipanti, “Posso anche arrivare in ritardo, trafelata, ma non voglio perdere questo appuntamento”.


Il Borgo dei libri si riunisce il terzo lunedi del mese h 20.30 nella biblioteca di Borgo Panigale.
Le narrazioni sono terreno di scambio e di condivisione e uno strumento per interagire e per conoscere se stessi. La narrazione svolge un’importante funzione cognitiva: leggere racconti, entrare nei loro mondi possibili, assumere i punti di vista dei personaggi permette di uscire da una prospettiva di autosufficienza, di mettere insieme pezzi di storie diverse, in una costruzione infinita di storie nuove.

 

Prossimi incontri

  • 21 ottobre per parlare di Fitopolis, la città vivente di Stefano Mancuso, ed. Laterza.

Tutti gli aggiornamenti, le modalità di accesso e i riferimenti sulla pagina della biblioteca

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Fitopolis, la città vivente di Stefano Mancuso
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Altri libri letti
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  • I miei piccoli dispiaceri di Miriam Toews
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  • La pelle di Curzio Malaparte
  • Qui pro quo di Gesualdo Bufalino
  • La donna giusta di Sándor Márai
  • Musica sull'abisso di Marilù Oliva
  • La vergogna di Annie Ernaux
  • Venere privata. La prima indagine di Duca Lamberti di Giorgio Scerbanenco
  • Io Khaled vendo uomini e sono innocente di Francesca Mannocchi
  • Sula di Toni Morrison
  • La donna della domenica di Carlo Fruttero & Franco Lucentini
  • Gridano i gufi di Janet Frame
  • I baffi di Emmanuel Carrère
  • Il bosco delle volpi impiccate di Arto Paasilinna
  • Lamento di Portnoy di Philip Roth
  • Le assaggiatrici di Rossella Postorino
  • Cani neri di Ian McEwan
  • Il caro estinto di Evelyn Waugh
  • Eva Luna di Isabel Allende
  • Viaggio di una parigina a Lhasa di Alexandra David-Néel
  • La città della gioia di Dominique Lapierre
  • Bel Ami di Guy De Maupassant
  • Malinverno di Domenico Dara
  • Agenzia A di Seicho Matsumoto
  • Mattatoio n. 5 di Kurt Vonnegut
  • Cuore di pietra di Sebastiano Vassalli
  • Itaca per sempre di Luigi Malerba
  • Un matrimonio americano di Tayari Jones
  • La biblioteca di mezzanotte di Matt Haig
  • Tutto chiede salvezza di Daniele Mencarelli
  • Le avventure di numero primo di Marco Paolini
  • Matematica congolese di Koli Jean Bofane
  • Memorie di Adriano di Marguerite Yourcenar
  • La storia delle api di Maja Lunde
  • Svegliare i leoni di Ayelet Gundar-Goshen
Abstract
Nel volgere di pochi decenni, l'umanità è andata incontro a una rivoluzione nelle sue abitudini ancestrali. Senza che ce ne accorgessimo, la nostra specie, che fino a poco tempo fa viveva immersa nella natura abitando ogni angolo della Terra, ha finito per abitare una parte davvero irrisoria delle terre emerse del pianeta. Cosa è accaduto? Da specie generalista in grado di vivere dovunque, ci siamo trasformati, in poche generazioni, in una specie in grado di vivere in una sola e specifica nicchia ecologica: la città. Una rivoluzione paragonabile soltanto alla transizione da cacciatori-raccoglitori ad agricoltori avvenuta 12.000 anni fa. È certo che in termini di accesso alle risorse, efficienza, difesa e diffusione della specie questa trasformazione è vantaggiosa. Ma è altrettanto certo che ci espone a un rischio terribile: la specializzazione di una specie è efficace soltanto in un ambiente stabile. In condizioni ambientali mutevoli diventa pericolosa. Il nostro successo urbano richiede, infatti, un flusso continuo ed esponenzialmente crescente di risorse e di energia, che però non sono illimitate. Inoltre, fatto decisivo, il riscaldamento globale può cambiare in maniera definitiva l'ambiente delle nostre città e costituire proprio quella fatale mutazione delle condizioni da cui dipende la nostra sopravvivenza. Ecco perché è diventato vitale riportare la natura all'interno del nostro habitat. Le città del futuro, siano esse costruite ex novo o rinnovate, devono trasformarsi in fitopolis, luoghi in cui il rapporto fra piante e animali si riavvicini al rapporto armonico che troviamo in natura. Non c'è nulla che abbia una maggiore importanza di questo per il futuro dell'umanità.
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