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couverture de Quando il mondo dorme
28 septembre 2025, 18:00 @ Làbas
Vicolo Bolognetti 2 - Bologna

Quando il mondo dorme

Presentazione del libro di Francesca Albanese 

Conversazione con Francesca Albanese e Valerio Nicolosi in occasione della presentazione di Quando il mondo dorme di Francesca Albanese (ed. Rizzoli)

A seguire: Proiezione dei cortometraggi Everyday in Gaza di Omar Rammal e Tears of Roses di Emad Abdulrahman e The Poem We Sang di Annie Sakkab a cura di Nazra Film Festival e WeWorld Festival.

Evento realizzato in collaborazione con Làbas - Vicolo Bolognetti 2

Ingresso gratuito fino a esaurimento posti disponibili.


In collaborazione con la Biblioteca Amilcar Cabral e Libreria delle donne di Bologna nell'ambito del Patto per la Lettura del Comune di Bologna.


Quando il mondo dorme. Storie, parole e ferite dalla Palestina di Francesca Albanese (ed. Rizzoli)
Lo spirito di un luogo è fatto dalle persone che lo abitano, dalle storie che si intersecano nelle sue strade. E questo vale in modo particolare per la Palestina, custode di passaggi storici epocali e teatro di una delle più dolorose pagine di storia contemporanea. Francesca Albanese, la Relatrice speciale ONU sul territorio palestinese occupato, una delle persone più competenti e autorevoli sullo status giuridico e sulla situazione dei palestinesi – amata (o odiata) in tutto il mondo per l’integrità e la passione con cui si batte in favore dei diritti di un popolo troppo a lungo vessato – qui ci offre storie che intrecciano informazioni, riflessioni, emozioni e vicende intime. Un viaggio scandito da dieci persone che hanno accompagnato Francesca a comprendere storia, presente e futuro della Palestina. Hind Rajab, morta a sei anni sotto le bombe che hanno distrutto Gaza, ci apre gli occhi su cosa significhi essere bambini in un Paese dove i bambini non hanno un nido che li protegga e che rispetti le loro radici. Abu Hassan ci guida tra i luoghi di fatica e sofferenza ai margini di Gerusalemme; e George, amico stretto, di Gerusalemme ci mostra meraviglia e insensatezze. Alon Confino, grande studioso dell’olocausto, ci aiuta a comprendere i contrasti che possono albergare nel cuore di un ebreo che vede l’apartheid e ne vuole la fine. Ghassan Abu-Sittah, chirurgo arrivato da Londra per entrare nel vivo dell’orrore più inimmaginabile, ci racconta ciò che ha visto; e Malak Mattar, giovane artista che ha fatto il percorso inverso, condivide la storia di chi ha dovuto lasciare Gaza per potersi esprimere o per sopravvivere. E poi Ingrid Jaradat Gassner, Eyal Weizman, Gabor Maté… fino a una delle persone più vicine a Francesca nella vita, così come nella ricerca di una consapevolezza capace di tradursi in azione. Dieci storie che si legano alle vite di molte altre, ponendoci le domande a cui è doveroso dare risposta: quali sono le conseguenze dell’occupazione? Dov’è la casa di una persona rifugiata? In che condizioni vive il popolo palestinese? Fino a che punto può arrivare la crudeltà di un genocidio? 

Everyday in Gaza di Omar Rammal (2025) offre un ritratto intimo della vita nella Striscia di Gaza attraverso le sfide quotidiane della famiglia Farra e di Wafa, una donna che si prende cura di bambini in condizioni di vulnerabilità. Senza voce narrante, il film restituisce la voce, dignità e la resilienza di chi affronta ogni giorno sfide impossibili.

Tears of Roses di Emad Abdulrahman (2020) Mariam, Lamiaa e Fatima sono infermiere che partecipano alle proteste settimanali del venerdì lungo la barriera di separazione di Gaza a Khan-Younis, curando i manifestanti feriti. Totalmente senza braccia ma comunque prese di mira dai soldati israeliani, non si arrendono nonostante la loro sofferenza e la perdita dei loro cari.
The Poem We Sang
di Annie Sakkab (2023) documentario sperimentale di 20 minuti che unisce riprese a colori e in bianco e nero. Il film riflette sui temi dell’amore e della nostalgia: l’amore per la propria famiglia e la nostalgia per la propria casa. Questi sentimenti vengono affrontati attraverso il superamento del trauma legato alla perdita della casa familiare e alla migrazione forzata. Il film trasforma i rimpianti di una vita in un viaggio di guarigione, di catarsi creativa e di testimonianza.