Ilaria Palomba presenta Purgatorio (edizioni alter ego) interviene Alessandro Berselli
esto difficilmente catalogabile, che si pone all'attenzione per la qualità stilistica, e la prosa che è, al contempo, poetica ma efficace nel raccontare caduta e rinascita della protagonista.
Dopo aver ingoiato delle benzodiazepine, Ilaria si è lanciata nel vuoto. Vive mesi lunghissimi in unità spinale; non sarebbe dovuta sopravvivere, invece torna addirittura a camminare. Il dolore mentale lascia spazio a quello fisico, spesso si sovrappongono, a volte esplodono, altre si silenziano in apatia. Le elucubrazioni raccontano il passato, gli uomini che si sono susseguiti, gli incubi, l'angoscia, un amore smodato per la letteratura e per la filosofia, cosa ha portato al suicidio ma anche ciò che è stato il ritorno alla vita dopo il "grande salto".
Questo libro è stato proposto da Francesca Pansa al Premio Strega 2025, ecco la sua motivazione:
«Un memoir, Purgatorio di Ilaria Palomba, per raccontarsi e conoscersi attraverso la scrittura, una lama affilata e impietosa, immersa nel dolore fisico e mentale. La storia di una donna che si confronta con il disastro della sua esistenza dopo il “grande salto”, un tentativo di suicidio, una straziata condizione di isolamento e cura, la difficile sofferta coscienza di sé e una possibile via di rinascita. Ma è anche la storia più ambiziosa, tra allucinazione e presagio, di come costruire il memoir rifiutando l’autocommiserazione o la via salvifica della speranza. Nell’intreccio tra memoria, lacerazione del presente, tentazione del vuoto e assillo di una ripresa comunque piagata dal ricordo, vive l’immersione in una scrittura ossessiva e frammentata, rigenerata nelle sue fonti colte, dai Vangeli a Thomas Bernhard, a Jacques Lacan. L’unica possibile via per uscire dalla condizione “purgatoriale” anche del genere, con la consapevolezza delle proprie ferite, ma con una scintilla di resistenza vitale per cercare di esistere ancora. Presento questo libro per la ben consapevole ricerca di una meditata e convincente forma letteraria che lo distingue dalla cronaca di un qualsiasi caso di vertiginosa caduta nella spirale dell’annientamento di sé e della ricerca di senso dopo il trauma.»