Giovanni Battista Pirolini, Un segnale d'allarme contro la "Mano Nera tedesca" in Italia (1917)
Abbiamo visto prima l’importanza degli immigrati italiani fra gli IWW. Abbiamo anche rilevato - citando la “sostituzione etnica” - come fosse attivo allora come oggi il meccanismo che porta alla creazione di “fantasie del complotto” (si veda Wu Ming 1, La Q di complotto. QAnon e dintorni. Come le fantasie di complotto difendono il sistema, in particolare il capitolo Creare concetti: cosa fa un complotto?, p. 133-149). L’alto numero di immigrati italiani genera a inizio Novecento l’ipotesi che dietro il loro arrivo si nasconda un’organizzazione criminale su vasta scala:
«Mentre tornavano al taxi, Bob commentò: “Abbiamo a che fare non con un sindacato, ma con una vera associazione a delinquere!”. Pensava alla società criminale, la Mano Nera, che sua sorella Mary Ann evocava sempre quando le agitazioni, come a Lawrence o a Paterson, coinvolgevano un buon numero di italiani» (p. 567).
Va ricordato che il terzo - nella cronologia della narrazione - romanzo della trilogia americana, Noi saremo tutto, vede come protagonista il gangster italo-americano Eddie Florio.
Ma ogni paese ha la sua Mano Nera che aleggia sulla pace sociale interna. Questo opuscolo dimostra come anche in Italia, durante la Prima Guerra Mondiale, i nemici fossero investiti di capacità quasi soprannaturali di infiltrarsi nella società per destabilizzare gli equilibri attraverso atti criminali.
Giovan Battista Pirolini, Un segnale d'allarme contro la "Mano Nera tedesca" in Italia. Discorso pronunciato alla Camera il 20 dicembre 1917, [S.l., s.n., 1917?].
Collocazione: 12-GUERRA EUROPEA. 20, 6