Milo Manara - Umberto Eco, Il nome della rosa (2023)
Milo Manara - Umberto Eco, Il nome della rosa (2023)

Nella stessa intervista citata in precedenza Manara dettaglia quelle che sono state le sue fonti di ispirazioni iconografiche, rintracciandovi anche un legamo con il fumetto:

 

«L’ultima ricerca è stata proprio sulle iconografie dell’epoca, perché nel fumetto c’è un’aggiunta rispetto al film, in quanto ho riportato proprio i disegni di quel periodo. Si tratta [di] disegni comici, satirici, anche osceni in molti casi, che sono fondamentali nella narrazione ma che non sono mai stati visibili, neanche nel film. Curiosamente, queste decorazioni dei manoscritti si chiamavano proprio vignette, perché erano decorati con tralci di vite, da cui hanno preso il nome. Quindi c’è un legame sotterraneo molto interessante tra il fumetto, il libro e le decorazioni marginali dell’epoca».

 

Ne vediamo un chiarissimo esempio in questa tavola (visibile ad alta definizione sul sito della casa editrice)in cui Manara rappresenta il salterio miniato da Adelmo che Guglielmo e Adso ammirano durante la loro prima visita allo scriptorium nel primo giorno all’abbazia (p. 84-85).

Una ricognizione delle fonti di Manara la si può trovare nella recensione al fumetto firmata da Sara Salvadori sulla rivista online «Arabeschi». Un’altra interessante intervista è stata rilasciata dal disegnatore a Michele Casella per «Rolling Stone. Italia», dal titolo Com’è trasporre “Il nome della rosa” a fumetti? Ce lo spiega Milo Manara.

 

Milo Manara - Umberto Eco, Il nome della rosa. Vol. 1, Milano, Oblomov, 2023.