Qualche parola anche su uno degli altri livelli temporali presenti in gran parte dei testi dedicati a Eymerich, quello del futuro "prossimo" di cui è protagonista il dottor Marcus Frullifer. Arrivati alla fine del Ciclo, ne Il fantasma di Eymerich i lettori assistono alla costruzione dell'astronave psitronica Malpertuis, che avevano visto invece "in azione" già nel primo romanzo del ciclo, Nicolas Eymerich, inquisitore. In particolare nel capitolo 25 del Fantasma, intitolato La stoffa dell'universo (4), l'autore ci spiega da dove nasce il nome dell'astronave. La fonte di ispirazione, coerentemente con la poetica di Evangelisti, è narrativa e paraletteraria, cioè il "romanzo dell'orrore" Malpertuis di Jean Ray (1943), filtrato dalla visione dell'omonimo film del 1971 diretto da Harry Kümel e in cui compare, come nota Frullifer guardandolo sul divano in compagnia della compagna Ally Ray, Orson Welles. La storia, che vale la pena riscoprire nella sua versione cinematografica e, ancora di più, in quella letteraria, racconta degli strani abitanti di una ancor più strana casa "infestata", la Malpertuis del titolo. La scelta di Frullifer non sembra dettata da particolari somiglianze fra la situazione raccontata nel film e quello che si attende accadrà durante i viaggi della sua "creatura". Ma la scelta si rivelerà decisamente azzeccata...
A sinistra:
Jean Ray, Malpertuis, Milano, Sugar, 1966.
Collocazione presso la Biblioteca Oriano Tassinari Clò: DP B 194
A destra:
Malpertuis, regia di Harry Kümel, Francia, 1972.