Il pulp in versione deluxe
Il pulp in versione deluxe

Una piccola osservazione paratestuale può forse dire qualcosa di utile se fatta reagire con il discorso portato avanti da Evangelisti sulla paraletteratura.

I nomi che definiscono le riviste come «Black Mask» e i romanzi a fascicoli - pulp magazines e dime novels - testimoniano la scarsa qualità e, di conseguenza, il costo limitato di questi “oggetti editoriali”. Pulp fa riferimento al fatto che quelle riviste erano stampate su carta ottenuta dalla polpa dell’albero e quindi di qualità più scadente. Dime invece indica la moneta da 10 cent, il costo di ogni fascicolo, accessibile anche alle tasche degli strati sociali più bassi.

La collana a cui appartiene il libro che vediamo in questa immagine “recupera” opere di autori spesso dimenticati che riempivano le pagine di pulp magazines e dime novels - come questo Robert Ervin Howard - ma le ripubblica in una edizione a tiratura limitata e numerata (l’esemplare posseduto da Archiginnasio è il n. 79), molto curata e, di conseguenza, costosa (39 euro). Lo stesso titolo della collana, D. Pulp Fiction Deluxe, accosta due termini fra loro in contraddizione, pulp - inteso nel senso detto sopra - e deluxe. Racconti nati per essere letti da un altissimo numero di persone e “consumati” velocemente, anche in senso fisico, diventano a un secolo di distanza un oggetto da collezione, da conservare più che da leggere, e tutt’altro che economico.

Evangelisti in Le strade di Alphaville sottolinea che proprio nel momento in cui la paraletteratura ottiene il successo di critica di cui non aveva mai goduto, iniziano le difficoltà. Viene da pensare che operazioni come quella realizzata in questa collana siano uno dei tranelli da evitare per non cadere in una cristallizzazione di lusso del testo paraletterario.

 

Robert E. Howard, Kirby O'Donnell cacciatore di tesori, [Bologna], Providence press, 2018.

Collocazione: ARPE-BO. B. 13644