I Libri Gialli della Mondadori non è la prima collana italiana dedicata al poliziesco né la prima a prendere il nome dal colore delle copertine, ma fin dal suo esordio, nel 1929, non solo è fondamentale nella diffusione popolare del genere, ma fornisce addirittura la terminologia che servirà a “nominare” il genere stesso, grazie proprio al colore predominante.
Anche Mondadori era alla ricerca di una veste standard da applicare alla sua collana di romanzi polizieschi e di un colore vivace e luminoso che desse nell’occhio e si imponesse all’attenzione del lettore. E così su un fondo giallo citrino, si stagliarono, alla sommità della copertina, le lettere del titolo in nero di china e, al centro, una illustrazione racchiusa in un riquadro geometrico di forma esagonale. Poi i rigidi contorni dell’esagono furono abbandonati e si preferì fare strabordare l’illustrazione da un arco di circonferenza, marcato da una sottile filettatura rossa (e questo, con l’aggiunta di qualche trascurabile dettaglio, costituisce, ancora oggi, l’inconfondibile marchio di fabbrica delle collane poliziesche di Mondadori). Ebbene, la collezione si chiamò «I Libri Gialli».
Loris Rambelli, Storia del “giallo” italiano, Milano, Garzanti, 1979, p. 15-16.
Le immagini qui presentate sono tratte da: L’esordio dei Gialli Mondadori. Da fortunata scelta editoriale all’esplosione di un genere letterario, a cura di Emanuela D’Alessio, [S.n.], Oblique, 2012.
Sulla sinistra i quattro volumi della collana usciti nel 1929 (n. 1-4), sulla destra quelli usciti nel 1930 (n. 5-8). Come si vede il passaggio dall’esagono al cerchio avvenne proprio fra primo e secondo anno di vita della collana. Ma non è stata questa l’unica novità portata dal 1930 nella “confezione” del prodotto...