Come si diceva in precedenza, alcuni polizieschi sfuggirono alla censura fascista e vennero pubblicati anche dopo il 1941, pur avendo ambientazione italiana. È il caso di Il mistero delle tre orchidee, di uno dei più importanti scrittori di gialli italiani del periodo, Augusto De Angelis, ripubblicato anche recentemente da Sellerio. Si tratta del penultimo romanzo con protagonista il milanesissimo commissario De Vincenzi, poliziotto-filosofo, infallibile nelle indagini ma alieno da ogni idea di eccezionalità alla Sherlock Holmes. Il romanzo riuscì a passare sotto i radar del MinCulPop e ad arrivare sul mercato anche perché pubblicato in una collana, I romanzi della Palma, non specificamente dedicata al poliziesco.
De Angelis morì nel 1944 a causa delle ferite riportate in un pestaggio subito da un “repubblichino”.
Anche in questo caso vale la pena gettare uno sguardo all’apparato paratestuale che accompagna il romanzo, ricco di curiosità, brevi narrazioni, pubblicità e giochi, materiale che può offrire al lettore più di una possibilità di svago.
De Angelis fu anche uno dei primi a sostenere anche teoricamente la possibilità di un giallo di ambientazione italiana in una conferenza tenuta a fine anni Trenta dal significativo titolo Conferenza sul giallo (in tempi neri), il cui testo è stato pubblicato solamente molti anni dopo sul periodico «La Lettura», XLVII (1980), p. 27-44.
Augusto De Angelis, Il mistero delle tre orchidee, Milano, A. Mondadori, 1942.
Collocazione: 35. B. 166