Prima ancora di Poe, a cavallo fra Settecento e Ottocento il gothic novel inglese aveva fornito un modello che sarebbe poi diventato produttivo nella creazione dei generi paraletterari meno legati al realismo come l’horror, il fantastico e la fantascienza. I titoli a cui si fa riferimento sono noti: Il castello di Otranto di Horace Walpole (1764), Frankenstein di Mary Shelley (1818), Il vampiro di John Polidori (1819). Non ci sono però nella Biblioteca dell’Archiginnasio edizioni ottocentesche di queste opere, neanche giunte successivamente da acquisizioni di biblioteche o fondi di persona.
Molto presente è invece un’autrice che assomma in sé due caratteristiche che Evangelisti rileva in questa produzione e in quella che da essa deriva: le scrittrici donne sono più numerose che in altri generi letterari - e ottengono risultati spesso notevoli - e l’ambientazione è frequentemente italiana. Per Evangelisti una dimostrazione che l’idea che l’Italia fossa terra di realismo e non di mistero, propugnata per decenni dalla critica accademica, non aveva nessun fondamento (Il nero è donna [2002], p. 139-141).
L’autrice in questione è Ann Radcliffe, che a cavallo dei due secoli scrive molti romanzi di grandissimo successo, nei quali il confine fra realismo e soprannaturale è spesso molto labile (Todorov parlerà di «modo fantastico» in La letteratura fantastica) e, come indicato dai titoli, l’ambientazione italiana ricorre spesso, al pari di personaggi provenienti dal Belpaese (quasi mai degli stichi di santo...).
Presentiamo in questa e nelle prossime immagini una selezione delle edizioni sette-ottocentesche di questi romanzi presenti nella Biblioteca dell‘Archiginnasio.
Ann Radcliffe, L’italien, ou Le confessional des pénitents noirs, 5 voll., Paris, Maradan, 1798.
Collocazione: 9. hh. V. 28