Patto per la lettura’s logo
cover of Tutto Campana
May 9, 2025, 5:00 PM @ Biblioteca dell'Archiginnasio | Sala dello Stabat Mater
Piazza Galvani 1 Bologna

Tutto Campana

Presentazione del volume Dino Campana, L’opera in versi e in prosa

Presentazione del volume: Dino Campana, L’opera in versi e in prosa, a cura di Gianni Turchetta, Milano, Mondadori ("I Meridiani"), 2024.

Interventi di: Gianni Turchetta, Luigi Weber, Francesco Carbognin, con la partecipazione di: Leonardo Chiari e Walter Scarpi del “Centro Studi Campaniani Enrico Consolini” di Marradi.

A cura dell’Associazione “Lo Spazio Letterario”, in collaborazione con la Biblioteca Comunale dell'Archiginnasio

Da Il più lungo giorno – primo manoscritto inviato a Papini e Soffici in vista di una possibile pubblicazione e poi a lungo disperso – ai taccuini, fino ai testi contenuti in fondi divenuti col tempo irreperibili, il Meridiano, a cura di Gianni Turchetta, offre per la prima volta a lettori, studiosi e appassionati la possibilità di leggere per intero, con un ampio apparato di commento, l’opera in versi e in prosa dell’autore dei Canti Orfici. Intorno a questo libro – ricorda Turchetta – si concentra infatti l'«ossessione variantistica» di Campana, non solo attribuibile alla vicenda biografica, ma specchio di quella «tensione verso la verità e la perfezione dello stile […] per definizione irraggiungibile». Il volume raccoglie inoltre, in ordine cronologico, tutte le lettere, comprese quelle indirizzate a Sibilla Aleramo, con la quale il poeta intrattenne una tormentata e ormai celeberrima storia d’amore.

Dino Campana Poeta italiano. Visse una giovinezza travagliata, che lo portò a interrompere gli studi di chimica pura all’università di Bologna; dopo un ricovero al manicomio di Imola (1906), iniziò una serie di vagabondaggi, in Svizzera e in Francia (1907).
Nel 1908 è in Argentina, dove lavora come bracciante; poi a Odessa, Anversa, Bruxelles, Parigi.
Nel 1909 è di nuovo ricoverato, in una clinica di Firenze. Riprende, due anni dopo, senza alcuna fortuna, gli studi universitari.
Nell’autunno 1913 porta a Firenze, per consegnarlo a Soffici e Papini, il quadernetto dei suoi Canti orfici; ma, nella primavera successiva, è costretto a riscriverli, perché Soffici ha perduto il manoscritto; e li fa stampare privatamente da un tipografo di Marradi (1914).
Segue una nuova fase di viaggi (a Torino e, di qui, a Ginevra), cui si alternano un altro soggiorno in clinica e una tumultuosa relazione con Sibilla Aleramo (1916-17) - un rapporto difficile e tormentato, e poi molto romanzato -, che precede il ricovero definitivo nel manicomio di Castel Pulci (1918).
Molti suoi scritti usciranno postumi: Inediti (1942), Taccuino (1949), Canti orfici e altri scritti (1952), Lettere (1958), Taccuinetto faentino (1960); mentre è del 1973 la pubblicazione del famoso manoscritto perduto, Il più lungo giorno, recuperato fra le carte di Soffici.
Ultimo e insigne esponente di una visività enfatica, di tradizione carducciana, che assume, nei suoi versi, le connotazioni dell’allucinazione, della fantasia onirica, C. amplifica e trasfigura le immagini e gli oggetti di una realtà umile e proletaria, conferendo a essi una patina antiquaria cui non è estraneo l’influsso dannunziano. Ma, al di là delle interferenze di altre letture molteplici e diversissime (Rimbaud, Nietzsche, la poesia futurista), i suoi versi e la sua prosa poetica si caratterizzano anche per una componente fonico-musicale, ossessivamente ripetuta, che mira a una dimensione simbolico-metafisica dominata da misteriose figure di archetipi e anticipa in parte le successive esperienze della poesia ermetica.