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Chiara Lagani

Voci dal verbo LEGGERE | qualche domanda su libri e letture a Chiara Lagani | Fanny & Alexander in occasione degli spettacoli ‘Sylvie e Bruno’ e ‘Storia di un’amicizia’ in scena al Teatro Arena del sole.

Che ruolo hanno libri e lettura per te, qual è il tuo rapporto con la parola scritta e le immagini e con l’oggetto libro/pubblicazione? 
I libri sono oggetti di grande erotismo per me, fin da quando sono bambina. Leggo tantissimo, mi piace comprare i libri: è l'unica cosa per cui sarei disposta a rovinarmi, non esiste un altro oggetto che rappresenti una tentazione dal punto di vista della dissipazione delle mie finanze! I libri sono un oggetto di perdizione. Ne compro tanti, molti più di quelli che riesco a leggere, quindi sono piena di libri che attendono, e anche questo per me ha a che fare con l'erotismo e con un rapporto di amore sempre aperto. Il mio rapporto con la parola scritta. Quando ero molto piccola e non sapevo ancora scrivere, componevo interi quaderni con una scrittura fantastica che per me conteneva dei racconti, delle storie, che ovviamente nessuno era in grado di leggere, era qualcosa di ossessivo e di monomaniacale. Quando ho imparato a scrivere, ho costruito dei veri e propri libri insieme ai miei cugini: libri collettivi in cui scrivevamo racconti di fantascienza e li illustravamo. Li ho ritrovati da poco e mi fa sorridere pensarci. Per me il libro è un oggetto sacro, anche ora che pubblico libri perché traduco: in tutte le sue fasi, ad esempio avere in mano le copie staffetta è uno dei momenti di emozione più grande che io conosca, paragonabile solo al debutto di uno spettacolo.

Quali sono i testi significativi nella tua formazione?
Sono sempre stata una lettrice piuttosto onnivora. Se vogliamo partire da lontano, direi tutti i grandi classici. I primi due libri che ho letto sono libri che hanno condizionato molto anche tutta l'opera di Fanny & Alexander: Alice e Il mago di Oz. In generale, leggevo e rileggevo tutti i classici per l'infanzia, come Stevenson, e - più avanti – per l'adolescenza, come Cime tempestose (tutte le sorelle Bronte sono state tra le mie autrici favorite). Più avanti, ci sono autori-capisaldi che i nostri spettatori hanno ritrovato nei nostri spettacoli: Nabokov, Landolfi, Manganelli - autore poliedrico e indecifrabile. È faticoso per me individuarne pochi, perché è una biblioteca molto ampia di signori che sono abituata a considerare amici, come se fossero persone che ho realmente conosciuto, anche quelli che era impossibile conoscere personalmente perché non più viventi.  

Biblioteche, archivi, librerie, rete: dove cerchi parole e immagini, volumi e riviste, fumetti utili per le tue ricerche?
Prima del Covid frequentavo tantissimo le biblioteche. Fin da adolescente le adoravo, un po' come Lila dell'Amica geniale - che il 26 e 27 marzo metteremo in scena all'Arena del Sole - che prende in prestito libri a nome di tutta la sua famiglia pur di accaparrarsene una grande quantità. Amando molto la lettura, i 4-5 libri che costituivano il numero massimo, per me erano sempre pochi, quindi andavo e tornavo spesso. La rete ci ha fornito delle risorse che – se usate con spirito critico – ci possono far arrivare con velocità e libertà a materiali sterminati, che prima non potevamo raggiungere. Ma cerco parole e immagini anche nella vita, penso alle storie della vita come a un grande libro vivente, tant'è che la metafora del libro incarnato, nel nostro lavoro, è molto attiva. Nei due spettacoli che stiamo proponendo all'Arena del Sole nei prossimi giorni – Sylvie e Bruno da Lewis Carroll e Storia di un'amicizia dall'Amica geniale di Elena Ferrante – c'è proprio la sensazione del libro che si dispiega davanti agli occhi dello spettatore, diventando tridimensionale e permettendo allo spettatore di entrare nel suo mondo.  

Lettura come stimolo, approfondimento, per documentarsi, per distrarsi…? Tu come la pratichi?
Mi fa sorridere questa domanda perché è la stessa che abbiamo posto come Giuria di Lettori Speciali del Campiello Junior – un nuovo Premio per libri per ragazzi dagli 8 ai 12 anni indetto da quest'anno – ai 160 ragazzi che sceglieranno tra tre titoli che abbiamo selezionato. Gli abbiamo chiesto di dirci se leggono per evadere, per sognare, perché costretti, e ci hanno spiazzati: erano tutti lettori ossessivi e compulsivi, e per loro leggere era trovare una strada per andare in cerca di se stessi, delle proprie curiosità, delle proprie passioni. Mi sono molto riconosciuta perché da quando avevo la loro età per me il libro è questo: cercare delle risposte su di sé e trovarle in questi grandi specchi vitali, come sono le opere della grande letteratura.  

Quali sono le letture che hanno contribuito al tuo percorso artistico e, nello specifico, al processo creativo per la produzione di questo spettacolo? Quali libri, riviste, fanzine, fumetti si accumulano sul tuo tavolo di lavoro?
L'accumulo è spesso indiscriminato. Accumulo cose di vario tipo, anche materiali "pop", o lontani da questi spettacoli super raffinati che vengono messi in scena, perché tutto in qualche modo nutre, anche la pagina di giornale. Una volta lavorammo su un progetto dedicato alla retorica pubblica dei discorsi e il nostro materiale privilegiato era quella che è stata definita "la poltiglia del web, "il grigiore", queste parole che ci entrano in casa dalla scatoletta televisiva tutti i giorni. Credo che anche da un elenco del telefono si possa imparare, qualunque pagina scritta può nutrirne un'altra. Non sono elitaria e selettiva da questo punto di vista. Il contributo artistico di ogni lettore è creare un suo labirinto, un suo percorso in questo grande seminato che si mette davanti. Penso all'immagine dei bambini che stendono le loro figurine su un tavolo davanti a loro e stanno a guardarle per ore, le spostano in un silenzio quasi religioso: quegli spostamenti per me sono traiettorie e credo che ogni lettore riesca a produrne di sue in un atlante che mescola grandi classici, capolavori, letture più leggere, anche di pura evasione, riviste, quotidiani, immagini tratte dal contemporaneo, e frammenti di vita – appunti di quaderni, diari di parenti che non ci sono più. Tutto questo diventa un atlante in cui il lettore disegna la sua opera.

Tieni dei libri, fumetti, riviste in casa? Se si, ci racconti brevemente come è o non è organizzata la tua libreria?
Ne tengo tantissimi, e la mia libreria varia molto nel tempo. Vorrei che fosse ordinata con i libri divisi secondo un criterio, ma sono così nevrotica che cambio questo criterio nelle varie fasi della mia vita, e non è mai soddisfacente. Nel mio grande disordine, mi ritrovo: quando cerco un libro alla fine riesco rabdomanticamente a sapere dov'è. Mi piace molto guardare le librerie degli altri: ci sono persone ossessionate dai colori dei libri, che compongono meravigliose librerie cromatiche che appagano lo sguardo. Per quanto mi riguarda, ci sono delle edizioni che amo così tanto - come Adelphi o Einaudi – che non resisto, al di là degli argomenti, a metterle tutte in fila. Mi emoziona vedere uno scaffale tutto Einaudi – che tra l'altro è il mio editore e per il quale ho un grande affetto – o Adelphi – che è una casa editrice che mi ha formato fin dall'adolescenza – perché è un itinerario nelle mie letture.

Hai dei consigli di lettura da suggerire?
Oltre agli autori che sono già emersi, e che sono da leggere tutti – tutto Nabokov, tutto Carroll, tutto Landolfi... - c'è un libretto uscito da poco per Adelphi, di David Garnett nella traduzione di Silvia Pareschi, si intitola La signora trasformata in volpe e parla in modo particolare del rapporto tra natura e cultura. Non voglio rivelare di più, solo dire che è un libro molto curioso e molto raffinato. Poi consiglio due graphic novel uscite per Coconino Press – Fandango: Tango di Fulvio Risuleo e Antonio Pronostico, che è un magnifico racconto ad albero, e Giorni felici di Zuzu, un libro a metà tra teatro e fumetto che riscrive la storia di Giorni felici in una maniera che mi ha molto colpito.


Giovedì 17marzo h 18 alla Biblioteca Borges si terrà un incontro con Chiara Lagani intorno al romanzo Sylvie e Bruno di Lewis Carroll (Einaudi, 2021)

Gli spettacoli Sylvie e Bruno (23-24 marzo) e Storia di un’amicizia (26/27 marzo) in cartellone al Teatro Arena del sole | ERT rientrano nell'ambito del progetto pensato per i 30 anni di Fanny & Alexander 30F&A!, un percorso lungo un anno che si articola tra Bologna e Ravenna e nasce dalla collaborazione con una fitta rete di attivatori culturali. 


Chiara Lagani – Attrice, drammaturga, traduttrice, compone testi teatrali originali e affronta più volte lavori di rielaborazione e riscrittura di testi poetici e di letteratura non solamente teatrale, approfondendo negli anni un metodo di lavoro intertestuale che passa attraverso la deflagrazione della pagina scritta per ricomporre i testi in una nuova unità poetica e narrativa coerente. Nel 1992 fonda a Ravenna con Luigi De Angelis Fanny & Alexander. Sin dagli esordi della compagnia, ne è direttrice artistica insieme a De Angelis, con cui condivide l’ideazione di tutti i progetti, che spaziano dalla messa in scena di spettacoli, all'organizzazione di progetti culturali di ampio respiro non solo di tipo teatrale, ma anche legati al mondo dell’editoria e delle arti visive o della musica.
Per Einaudi traduce I libri di Oz di Frank L. Baum e Sylvie e Bruno di Lewis Carroll.


Puoi trovare libri/letture segnalate da Chiara Lagani disponibili al prestito presso le biblioteche di Bologna, al prestito digitale su EmiLib/MedialibraryOnline e in vendita nelle librerie.

Nella foto, uno degli scaffali della libreria di casa Chiara Lagani.