Dalla regia di Victor Kossakovsky, un percorso attraverso le varie forme dell’acqua, un film che solo sul grande schermo può trovare la sua giusta collocazione grazie a immagini di forte potenza evocativa e a un sonoro curatissimo.
Aquarela accompagna il pubblico in un viaggio profondamente cinematografico attraverso la bellezza trasformativa e la forza dell’acqua. Girato in 96 fotogrammi al secondo, il film è un viscerale campanello d’allarme sul fatto che gli umani non possono competere con la forza pura e la volontà capricciosa dell’elemento più prezioso della Terra.
Dalle acque ghiacciate del lago Baikal in Russia a Miami in preda all’uragano Irma, alle possenti cascate Angel in Venezuela, l’acqua è il personaggio principale di Aquarela, con il regista Victor Kossakovsky che cattura le sue numerose personalità con sorprendente chiarezza cinematografica. Quello che emerge dalla visione dell’intera opera è un quadro sicuramente emozionante ma anche carico di una preoccupazione profonda nei confronti del futuro.
Le prime immagini girate al polo ci mostrano ghiacci in cui gli uomini sprofondano perché si stanno sciogliendo. Se poi la forza delle maree e dei marosi ci spinge a pensieri epici, quasi vedessimo Ulisse nel suo viaggio di ritorno ad Itaca, le immagini finali di uragani e allagamenti ci ricordano quanto stiamo infierendo sulla Natura e come essa si stia ribellando anche grazie a una ‘sorella acqua’ che non ci sente più come fratelli ma come suoi avversari.
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